L’Endurance è stato ritrovato dai droni sottomarini di una spedizione nel mar dell’Antartide, 106 anni dopo l’affondamento.
E’ stato ritrovato il relitto dell’Endurance, la leggendaria nave guidata dall’esploratore britannico Ernest Shackleton. Secondo quanto riferisce il New York Times, si trova sul fondo del mare Weddell, a Est dell’Antartide, a oltre 3000 metri di profondità nelle acque più fredde del pianeta, ed è stato avvistato dai droni che hanno esplorato un’area di 150 miglia quadrate, dove la nave affondò nel 1915 dopo essere stata schiacciata dai ghiacci.
Sembra un incredibile romanzo, così come lo furono le imprese realmente accadute oltre un secolo fa ad Est dell’Antartide, nelle acque più gelide del pianeta. Nel 1915 il leggendario vascello affondò dopo essere stato schiacciato dai ghiacci; poi scese negli abissi dell’Antartide mentre il suo equipaggio riuscì a salvarsi dopo una incredibile epopea.
La spedizione Endurance22, organizzata dal Falklands Maritime Heritage Trust, è riuscita ad identificare e filmare i resti incredibilmente intatti dell’imbarcazione che aveva ispirato i sogni e gli incubi di moltissimi successivi avventurieri. Le immagini riprese dai droni sottomarini consentono di vedere persino alcuni dettagli del “battello” del capitano Shackleton.
La tre alberi, lunga 44 metri, è rimasta in gran parte inalterata: si possono persino scorgere la vernice e contare i rivetti. Sono stati constatati solo alcuni danni al ponte di prua e a dritta, mentre a poppa è perfettamente leggibile il nome del nave. Mensun Bound, direttore della spedizione ha spiegato che tale conservazione è stata garantita dall’assenza di organismi; animaletti che si nutrono del legno e dalle temperature gelide. «Senza esagerare, questo è il relitto ligneo meglio conservato che abbia mai visto», ha spiegato Bound.
L’avventura di Shackleton quando partì con un equipaggio di 27 persone sull’Endurance dall’Inghilterra nel 1914.
L’ incredibile impresa dell’imbarcazione iniziò il primo agosto del 1914, quando 28 uomini capitanati da Sir Ernest Shackleton salparono da Londra alla volta dell’Antartide. Lo scopo della spedizione era attraversare via terra il continente antartico da est a ovest. Ma a sole ottanta miglia dal Polo, l’Endurance rimase schiacciata tra i ghiacci; dove la nave rimase per alcuni mesi prima di sprofondare il 21 novembre del 1915.
Shackleton organizzò un viaggio disperato con tre scialuppe, ma l’isola raggiunta dopo molte traversie, la Elephant, era disabitata. L’equipaggio dovette fare i conti con le temperature rigidissime e con l’assenza di provviste. Shackleton, con soli altri cinque compagni, salpò nuovamente con una scialuppa nel tentativo di raggiungere una base baleniera situata nella Georgia del Sud e procurare i soccorsi.
Il comandante britannico organizzò una spedizione di salvataggio che, solo molti mesi dopo a causa del mare ghiacciato, riuscì a recuperare tutto l’equipaggio indenne. L’esploratore divenne un eroe nazionale e un mito per altri avventurieri; per onorare la persona gli è stato intitolato un cratere sulla Luna. Nessuno, sinora, era riuscito a localizzare il relitto, che giaceva sui fondali assieme alla sua incredibile storia. Il ritrovamento ha dunque una portata storica. ABov