Ieri mattina, alla presenza del comandante della Legione Carabinieri Liguria, generale di Divisione Maurizio Ferla e del comandante Provinciale di Genova colonnello Gerardo Petitto, si è svolta la cerimonia di intitolazione della caserma sede della Stazione Carabinieri di Genova Rivarolo alla memoria del maresciallo maggiore Felice Maritano, Medaglia d’Oro al Valor Militare ed al Valor Civile, che venne ucciso il 15 ottobre del 1974 a Mediglia (Milano) in uno scontro a fuoco con uno dei capi dei terroristi delle Brigate Rosse.
Alla Cerimonia sono intervenuti numerose Autorità, tra cui il Prefetto di Genova Renato Franceschelli, nonché i parenti del militare: la nuora Giovanna Giordano, coniuge del defunto generale in congedo Ezio Maritano, la nuora Marina Olivieri, coniuge del figlio Sergio, e il nipote Emanuele Maritano, detentore delle Medaglie d’Oro del nonno.
Numerosi i cittadini che hanno presenziato alle fasi della cerimonia.
Giovanna Giordano, madrina della cerimonia, ha scoperto la lapide dove è trascritta la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla Memoria” concessa al suocero nel 1974 con la seguente motivazione.
“Già più volte decorato al Valor Militare e dieci volte solennemente encomiato per le brillanti operazioni di polizia giudiziaria, per la lotta al terrorismo si distingueva per l’intelligente capacità professionale e per la dedizione al dovere in una serie di azioni che conducevano fra l’altro a disarticolare una organizzazione eversiva, da tempo costituitasi per colpire e sovvertire le istituzioni dello Stato, e a catturare taluni pericolosi esponenti.
Da ultimo, offertosi volontario per capeggiare rischioso appiattamento notturno presso una base operativa della banda armata, riusciva ad intercettare uno dei banditi che affrontava con determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, anteponendo la propria persona a quella dei dipendenti. Benché colpito gravemente al petto dal fuoco del malvivente, persisteva nella sua decisa reazione, sino a ferire l’aggressore e ormai morente ad incitare i suoi uomini a catturarlo.
Decedeva poco dopo, immolando in difesa della legge la sua esistenza e lasciando ai posteri un fulgido esempio di elette virtù militari e di esaltante dedizione al dovere”.
È seguita la benedizione della lapide, impartita dal cappellano militare.
Nel ricordare gli appartenenti alle Forze dell’Ordine caduti nell’adempimento del proprio dovere, è stato sottolineato come l’importante impegno dei carabinieri consenta alle popolazioni di vivere e lavorare in piena serenità e di accrescere il senso di sicurezza, nonché di fiducia nelle Istituzioni e in particolare nell’Arma che, con la sua capillarità, garantisce quotidianamente la legalità anche nelle luoghi più remoti del Paese.