Ci sono due indagati per il rogo del pullman turistico avvenuto il 9 luglio scorso nella galleria Monte Giugo, in A12, tra Recco e Nervi.
Si tratta del legale rappresentante della Man Italia, l’azienda tedesca del gruppo Volkswagen produttrice del pullman, e un dirigente tecnico della società. L’iscrizione nel registro è un atto tecnico per consentire alla società di partecipare alle operazioni peritali.
Le accuse sono di incendio colposo e lesioni colpose.
La Procura di Genova vuole fare analisi e prove sui modelli gemelli del bus andato a fuoco.
Gli investigatori, che in un primo momento avevano sequestrato la galleria, una volta accertato che non c’erano stati danni strutturali, hanno dissequestrato il tunnel permettendo i lavori di ripristino.
Il pm genovese assegnato all’inchiesta vuole capire perché il pullman turistico, immatricolato nel 2019 e rimasto fermo a causa del lockdown per il coronavirus, sia andato a fuoco, dopo una revisione recente.
Il mezzo è andato completamente distrutto e per questo gli approfondimenti dovranno essere fatti su altri bus uguali, dello stesso anno e nelle stesse condizioni.
Gli accertamenti, che l’ingegnere incaricaro dalla Procura genovese comincerà tra dieci giorni, serviranno anche a capire se vi siano difetti di progettazione o fabbricazione.
Il pomeriggio del 9 luglio scorso il pullman, con a bordo circa 50 turisti, stava rientrando dalle Cinque Terre. A un certo punto cominciò a fare fumo. L’autista fermò il mezzo e aiutò tutti i passeggeri ad abbandonare il bus, con un gesto definito “eroico” da molti.
L’uomo, rimasto intossicato in modo grave, rimase ricoverato al San Martino per alcuni giorni per poi essere dimesso dall’ospedale.