Le vedute della Genova settecentesca di Antonio Giolfi
Anche quest’anno Banca Carige offre il suo contributo ai Rolli Days, aprendo la propria sede in Via Cassa di Risparmio con una mostra dedicata alla città: Tra Souvenir de Genes e Grand Tour: Antonio Giolfi inventa la nuova immagine di Genova.
L’esposizione è curata da Andreana Serra, Direttrice del DocSAI, il Centro di Documentazione per la Storia, l’Arte e l’Immagine del Comune di Genova, il solo ente pubblico a possedere la stessa raccolta completa delle 20 stampe che conserva la collezione di Banca Carige.
Si tratta di una serie di acqueforti, realizzate nel 1769 dall’abate Antonio Giolfi (1721-1796), già direttore in città della Scuola di Pittura e Disegno e accademico di merito. Questo articolato lavoro si inserisce all’interno della moda del Grand Tour, che l’élite europea compiva nel XVIII secolo sulla nostra Penisola, per perfezionare la propria formazione culturale attraverso la visita ai maggiori centri d’arte.
Le immagini della Superba dovevano pubblicizzare, dunque, le bellezze locali, attirare i viaggiatori, allettarne la curiosità, mettere in rilievo strade, piazze e palazzi da vedere. L’intento, insomma, era quello di una sorta di marketing territoriale ante litteram, in cui le vedute panoramiche mostrassero anche ciò che la fotografia ancora non poteva fissare sulla carta.
Veniva proposto, perciò, da un lato, uno sguardo unitario sul complesso urbano, a volo d’uccello, dal mare, da diversi punti di “ripresa”, sul Porto, su Sampierdarena, sulla Collina d’Albaro e “dalla parte di Bisagno”; dall’altro, veniva compiuta una distorsione grandangolare, che ampliava le vie e dilatava le prospettive.
Da quello che si può definire come il primo vedutista urbano di Genova vengono valorizzate dall’interno zone che erano state oggetto di rinnovamento, come Strada Nuova – emblematico scenario quasi astratto da “città ideale”, come sottolinea Andreana Serra – o la Loggia dei Mercanti e la Porta al Molo. Questi luoghi vengono rappresentati come quinte teatrali, sfondo sul quale inserire scene di vita quotidiana, con figure di persone / comparse che passano in carrozza, uomini e donne che conversano amabilmente, frati e soldati, carretti carichi di merci, cavalli e cani.
È curioso come la serie presenti un modello iconografico illuminista, in cui la Genova medievale – dei carruggi e del centro storico più angusto – è stata completamente dimenticata e annullata. È diventata, invece, la città manierista dei grandi palazzi, luminosa, ordinata e pulita, rappresentativa di quel sistema che, poi, è stato designato come Sito Unesco, Patrimonio dell’Umanità.
Per gli specialisti, se Giolfi è l’“inventore” delle 20 opere, quasi tutte sono state disegnate da Torricelli e incise da G.L. Guidotti. Qualche discrepanza di stile si può cogliere quando il disegnatore è Giuseppe Riviera, meno spesso quando l’incisore è Chiesa Tessera.
Sui due lati lunghi del salone a piano terra di Banca Carige, a sinistra sono esposte tutte e quattro le vedute compendiarie della città; a destra sette vedute urbane e in fondo, sul lato corto, altre due. Purtroppo, in questa occasione, non possiamo vedere anche le ultime sette. Per chi volesse approfondire, invece, il catalogo virtuale è scaricabile in loco, tramite scansione del QR Code.
Alfredo Majo, responsabile Comunicazione Banca Carige, sottolinea che proprio 50 anni fa, all’apertura di questa nuova sede, nel 1970, si era tenuta una mostra intitolata “Genova nelle vecchie stampe”, con alcune delle opere oggi riproposte. Il cerchio pare, dunque, chiudersi in perfetta coerenza, soprattutto in relazione all’iniziativa dei Rolli Days, pensata per un pubblico di novelli viaggiatori.
Le visite sono gratuite e guidate; hanno luogo, previa prenotazione online su www.happyticket.it/genova/, ancora oggi, domenica 11 ottobre 2020, dalle ore 10 alle ore 19. Linda Kaiser