La 21° edizione dell’Asian film festival ha aperto a Roma in data 10 aprile per la sesta volta di seguito presso il Cinema Farnese nella storica piazza Campo de’ Fiori. Si tratta di una manifestazione cinematografica di marcato livello artistico molto apprezzata, sicchè invitiamo i seguaci della Cultura asiatica a spostarsi fino a Roma per visionare qualcuna tra le eccellenti pellicole che saranno proiettate.
Ringraziamo in primis il Direttore artistico Antonio Termenini ed il su stretto collaboratore Tonino Mannella, i quali attraverso la propria dedizione rendono possibile la realizzazione dell’Asian Film Festival, ideato da Cineforum Robert Bresson alla cui guida artistica c’è appunto Antonio Termenini.
Ma veniamo più concretamente al Festival, che si è aperto mercoledì 10 aprile prima con la proiezione del film indonesiano “Monsime”del regista Riar Rizaldi.
A seguire la cerimonia ufficiale d’apertura con la proiezione di una pellicola eccezionale dal grande impatto emotivo. Si tratta di “Shadow of fire”, Giappone 2023, del regista Tsukamoto Shinya, presentato anche alla Biennale di Venezia 2023 nella Sezione Orizzonti.
Possiamo a buon diritto affermare che, dato il pianeta attualmente attraversato da diverse cruente guerre, sia azzeccatissima la scelta d’esordire con questa pellicola.
“Shadow of fire”è ambientato nell’immediato dopo guerra e, per quanto il fantasma del conflitto sia immanente in ogni persona, in ogni cosa, il film è ripreso interamente in soggettiva dal punto di vista dei personaggi che lo popolano. Predominano le inquadrature in interni, segnati da “bruciature” così come incendiate sono le anime e le menti dei protagonisti, su cui resta il segno della guerra. Ad un certo punto si apre un unico frame che ritrae un paesaggio nella distruzione finale, con silente riferimento alle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
Protagonista un orfanello senza nome che si affezionerà ad una donna rimasta vedova. Cacciato da quest’ultima per non infettarlo di lebbra, l’orfanello si lascerà abbindolare da u enigmatico uomo del mercato nero, ma tornerà da un viaggio d’affari con la propensione ad essere migliore.
Una pellicola drammatica, eppure di speranza. Notevole la fotografia ed i primissimi piani. Da rivedere assolutamente.
Un altro film che vogliamo segnalarvi è stato proiettato nella giornata di ieri. Mentre il precedente era fuori rassegna, quest’ultimo è nella Sezione Newcomers, sicché in concorso. Di una giovane regista debuttante veramente talentuosa, Nicole Midori Woodford, parliamo di “Last Shadow at the First Night” che è un raro ma nascente esempio di coproduzione orientale con un tocco d’Europa. Infatti, come durante la presentazione sottolinea Antonio Termenini, benchè questo film sia stato pensato a Singapore, girato quasi completamente in Giappone, è stato finanziato da due producers giapponesi, da una producer filippina e da un produttore sloveno ed infine da uno franceseIl Grande Cinema asiatico si apre dunque all’Europa nel processo produttivo.
La pellicola in questione, di delicata poetica cinematografica, narra dell’assenza; dell’assenza per l’adolescente Ami di una madre scomparsa nel nulla, dopo aver prestato soccorso alla popolazione colpita dal devastante tsunami del 2011 a Fukushima. La pellicola risente molto dell’influenza shintoista. In effetti Ami da Singapore si reca in Giappone, sotto l’influsso dei propri sogni notturni e degli spiriti che le si manifestano. Di rarefatto dolore.
Ricordiamo che domani sarà il Korean Day e dopo domani il Japan Day, per chi non volesse perdersi quest’immersione nelle atmosfere spirituali e peculiari del cinema coreano e giapponese, nelle quali in tanti ci smarriamo sereni. Romina De Simone