Nuovo scandalo che coinvolge gli agenti della polizia locale di Roma Capitale, dopo il caso registrato nel Capodanno del 2015 quando l’80% dei vigili non si presentò al lavoro per improvvisi problemi di salute.
Stavolta a far discutere sono le motivazioni per cui sono stati concessi gli esoneri dal servizio sulla strada. Circa 700 agenti di P.M. (su 5.700) risulterebbero “inabili” e sarebbero stati dispensati dallo svolgimento di servizi esterni o serali o notturni.
Il 12% dei dipendenti del Corpo avrebbe infatti inviato un certificato medico che attesta l’impossibilità di lavorare su strada. Alcuni perché non possono stare in piedi a lungo, altri perché non possono fare lo sforzo di sollevare la paletta. In pratica, sarebbero “costretti” a stare dietro una scrivania (solo di giorno ossia sembra saltando i turni) per motivi di salute giudicati “piuttosto discutibili”.
I dati sono stati diffusi oggi dal quotidiano Il Messaggero, che ha dedicato un reportage sull’argomento.
Fra le giustificazioni per evitare i servizi ritenuti più scomodi, il quotidiano romano ha riportato: obbligo di «poggiapiedi» in ufficio; obbligo di «pausa» ogni dieci minuti; esonero dal portare la divisa; esonero dai turni di mattina presto o, viceversa, esonero dai turni di notte; esonero dal contatto con il pubblico; «controindicata la stazione eretta prolungata», quindi non si può stare in piedi a dirigere il traffico, stesso compito da cui è ovviamente dispensato chi è infastidito dagli «agenti inquinanti», cioè lo smog.
E altro di apparentemente incredibile, come l’obbligo di esclusione “dai servizi che implichino l’uso dell’arto superiore destro in segnalazioni manuali”.