“Siamo entrati in Azione con un’idea chiarissima: non vogliamo il metodo che abbiamo vissuto, sofferto e subito nel Pd. Siamo usciti in trenta, ma entriamo uno per uno, chi vuole, da solo. Non vogliamo avere la corrente degli ex Pd dentro Azione, ma vogliamo avere una comunità che lavora insieme, senza soffocati né soffocatori”.
Lo ha dichiarato stamane a Genova il consigliere regionale Pippo Rossetti (ex Pd), con voce a tratti rotta dall’emozione, nella conferenza stampa di presentazione del suo ingresso in Azione (insieme alla consigliera comunale genovese Cristina Lodi, ex capogruppo del Pd) dopo l’addio a Elly Schlein, alla presenza del leader nazionale dei riformisti Carlo Calenda.
“Abbiamo chiesto – hanno ribadito gli ex dem – a Calenda delle garanzie: chi lavora nel partito e si fa il mazzo deve essere premiato, non marginalizzato. Lui ci ha chiesto di prendere posizioni chiare e nette e le porta avanti: non più partito del sì, ma anche no. E poi un partito di antifascisti, contro i populisti e i sovranisti”.
Pippo Rossetti, al terzo mandato in consiglio regionale ed ex assessore della giunta Burlando, ha attaccato l’attuale segretaria del Pd affermando di “non volere più occuparsi del Pd, ma le parole di commiato di Schlein ci confermano che il manifesto di Veltroni del 2007 non c’è più e sta diventando una partito non più di centrosinistra, ma di sinistra, fotocopia dei Cinque stelle.
Questa roba non ci appartiene più: chiediamo scusa a chi ci ha votato per votare solo il Pd, ma in tanti ci hanno detto che votavano già Azione.
Il Pd non si è accorto che stava arrivando Schlein, ma nemmeno che ce ne stavamo andavamo noi e prima di noi se ne sono andati tanti elettori. Agli amici del Pd che rimangono auguro buona strada.
In Liguria, da tre anni che invece di dire cosa vogliamo fare ci preoccupiamo solo di mettere sotto silenzio chi non rinnega i dieci anni precedenti di lavoro e amministrazione”. Riferimento alla marginalizzazione di chi ha ancora come riferimento l’ex governatore Claudio Burlando.
“Purtroppo il Pd si scinde da una decina d’anni: un po’ di anni fa se ne andarono due segretari, D’Alema e Bersani, e una futura segretaria, Elly Schlein, perché non erano d’accordo con la linea di allora”.
A ricordarlo oggi, parlando a margine dei funerali laici di Gianfranco Angusti, leader di Officine Sampierdarenesi, è l’ex ministro del Pd ed ex governatore ligure Claudio Burlando.
“Oggi – ha aggiunto Burlando – se ne vanno via dal Pd oltre 30 persone a Genova perché non sono d’accordo con la linea di Schlein. Non è una novità, non riusciamo a tenere insieme i pezzi. Però, io continuo a pensare che per vincere bisogna mettere insieme i pezzi nostri, che da soli non bastano nemmeno, e metterli insieme a tanti altri”.