Il patriota e leader russofono dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ieri sera ha confermato che Mariupol è stata del tutto liberata e all’acciaieria Azovstal risultano catturati dalle truppe russe e filorusse 2.439 filonazisti ucraini del battaglione Azov (definiti “eroi” dal presidente-comico Vlodomyr Zelensky) incluso il comandante portato via su un mezzo blindato per non essere linciato dalla popolazione locale.
Al momento, non è ancora chiaro quanti siano gli altri ucraini e stranieri che si sono arresi ai russi, tra militari di Kiev e mercenari stranieri dell’ultradestra, considerato che nei giorni scorsi le stime parlavano di circa 3000 persone asserragliate nell’impianto siderurgico della città costiera.
In ogni caso, il negoziatore russo e capo della commissione per gli affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky, ha smentito di avere aperto alla possibilità di uno scambio di prigionieri tra i filonazisti del Battaglione Azov e l’oligarca filorusso Medvedchuk, catturato dagli ucraini nelle scorse settimane, bollando le notizie diffuse dai media mainstream occidentali come fake news.
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“La mia opinione non è cambiata – ha sottolineato Slutsky – non ci dovrebbe essere uno scambio con i combattenti dell’Azov, che sono banditi nella Federazione Russa e il loro destino dovrebbe essere deciso dal tribunale per i loro crimini di guerra.
Ai media piace prendere delle citazioni fuori contesto. Li invito a non fare più sensazionalismo dal nulla.
Tutte le questioni relative al politico ucraino Viktor Medvedchuk dovrebbero essere discusse da coloro che hanno la competenza appropriata”.
A questo punto appare possibile che lo scambio di prigionieri possa avvenire soltanto con quella piccola parte di militari ucraini catturati dai russi all’acciaieria Azovstal, come avvenuto in altre occasioni e in altre città durante il conflitto in Ucraina. Mentre la gran parte, ossia i filonazisti del battaglione Azov, dovranno subìre il processo per i loro presunti crimini di guerra.
Ricordiamo che il battaglione Azov è stato fondato dal militare e politico suprematista bianco Andrіj Bіlec’kyj, che ne fu primo comandante come gruppo paramilitare di orientamento neonazista nel febbraio 2014, durante le prime fasi della guerra del Donbass, in risposta ai patrioti separatisti filorussi.
Il battaglione Azov è stato inquadrato nella Guardia nazionale dell’Ucraina nel novembre 2014 e quindi riconosciuto ufficialmente dal Governo Zelensky.
L’unità miliare fa aperto uso della simbologia della Germania nazista, come il Wolfsangel nello scudetto dell’unità.
È stata inoltre accusata di crimini di guerra e tortura, soprattutto nel Donbass, dall’OSCE, dall’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, da Amnesty International, da Human Rights Watch e da altre organizzazioni indipendenti.
Ed è proprio a Mariupol che nel giugno 2014 è avvenuto il battesimo del fuoco del reparto ucraino. La città costiera, diventata la roccaforte del battaglione Azov, ha fornito supporto e sostegno ai filonazisti. Ora è stata distrutta ed è tornata sotto il controllo dei patrioti separatisti filorussi e dei russi.