Sabato 5 a Sestri Levante presentazione di Destinazione Ravensbruck, l’evento si svolgerà nella sala Riccio al piano terra del comune
Sabato 5 a Sestri Levante presentazione di Destinazione Ravensbruck, l’orrore e la bellezza nel lager delle donne a cura di ANPI e dell’associazione A.Bi.Ci. con il patrocinio del Comune di Sestri Levante.
L’appuntamento è fissato per sabato 5 marzo alle 17
Saranno presenti le autrici, Donatella Alfonso, Laura Amoretti e Raffaella Ranise.
Nel corso della presentazione, intermezzi musicali proposti da Alessandra Alba.
Sui treni che le portavano al campo di concentramento di Ravensbrück il lager delle donne, a nord di Berlino, finirono detenute politiche, prostitute, o appartenenti a famiglie ebraiche.
Reiette da isolare, da eliminare, per il regime nazista.
Mille tra le italiane deportate, di ogni età, non tornarono mai: tra loro anche alcune passate per un piccolo e quasi dimenticato centro di detenzione nell’estremo ponente ligure, a Vallecrosia, simbolo del desiderio di rimozione.
La storia di queste donne, ragazze e bambine, i ricordi, la capacità che ebbero molte di loro, nonostante la tragedia che stavano vivendo,
di ritrovare un affetto, un gesto, un sorriso, si affiancano ai momenti più cupi vissuti nel lager e, per le sopravvissute, riportati nella vita vissuta a partire dal loro ritorno.
La gran parte di queste storie, però, raramente venne raccontata al rientro dai campi:
sicuramente per lo shock vissuto e il desiderio di dimenticare ma anche perché, rispetto a ciò che gli uomini tornati dalla deportazione potevano dire su quanto avevano vissuto, alle donne si dava meno attenzione, meno credibilità.
Una di loro ha raccontato:
«Anche perché le donne hanno pagato come gli uomini ma al ritorno abbiamo trovato diffidenza perché eravamo donne».
Una cosa per tutte: il pensiero, non troppo nascosto, che le deportate fossero state utilizzate come prostitute dai nazisti, anche se questo non era avvenuto a Ravensbrück,
lager peraltro meno noto di Auschwitz o Mauthausen, tanto che alcune non furono quasi credute quando parlarono di quanto accadeva ogni giorno là, nei laboratori sulle rive dell’idilliaco laghetto.
Oggi, mentre in tutta Europa crescono i movimenti e le derive xenofobi e revisionisti che pretenderebbero di negare un orrore che la memoria, invece, deve tenere sempre vivo, vengono alla luce storie sempre nuove,
come quella del piccolo campo di concentramento di Vallecrosia, delle sue donne deportate e dell’oblio che lo ha avvolto fino almeno ai primi anni di questo secolo, simbolo
– e per questo è da qui la partenza di questo libro – della volontà di cancellare un passato di cui troppi hanno scelto di vergognarsi in silenzio.
Non avevano vergogna alcuna di urlare il loro desiderio di vita, invece, le migliaia di donne da tutta Europa che in quel lager sulle rive del lago brandeburghese lottarono per vivere, a volte riuscendo a tornare, troppo spesso lasciandoci la vita.
Con l’occasione si inaugura la bella e intensa mostra fotografica di Romano Ferradini Viaggio nel silenzio:
come ha detto Liliana Segre “Se ogni tanto qualcuno sarà candela accesa e viva della memoria, la speranza del bene e della pace sarà più forte del fanatismo e dell’odio dei nostri assassini”.
La mostra resterà aperta fino al 14 marzo dalle 15,30 alle 18,30.