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Sabato 9 alle 17 in Villa Nobel a Sanremo Green Energy

Arte come testimonianza della Green Energy a Sanremo

L’Arte come testimonianza della Green Energy Festival for Earth a Sanremo 

La rivista Espoarte rinnova anche quest’anno la sua partnership con il Festival For The Earth, creando un suo evento nell’ambito del palinsesto di conferenze presentate a Villa Nobel a Sanremo, nel pomeriggio di sabato 9 novembre.
Mentre nell’edizione 2018, tenutasi a Venezia nel dicembre scorso, è stato presentato al Museo di Storia Naturale di Venezia il progetto Natura Punto Zero – un dialogo tra Arte&Scienza, intorno alla contingente problematica della fusione dei ghiacciai, intrecciando due visioni: quella dell’artista Aqua Aura e quella del Prof. Carlo Barbante, paleoclimatologo, professore di chimica analitica all’Università Ca’ Foscari di Venezia e associato all’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del CNR – per l’edizione 2019 del Festival for The Earth è stata ideata la conferenza Arte come testimonianza della Green Energy, a partire dalle pluriennali sperimentazioni di Luciano Maciotta (1943).

L’artista laureato in Ingegneria – in dialogo con il critico e curatore Matteo Galbiati – approfondisce, in questa occasione, i risultati delle ricerche basate sulla Free Energy, condotte nel laboratorio di Villasanta (MB) per produrre energia elettrica da aria, acqua di mare e frutti della Terra (come ad esempio i limoni).
Nella sua ricerca artistica, Maciotta ha sempre rivolto l’attenzione a quei fenomeni fisici che determinano un’interattività con l’ambiente capaci di produrre una mutazione dello statuto stesso dell’opera d’arte che, relazionandosi sempre con un altro mezzo agente, rende viva la variabilità contingente, unica e irripetibile, della lettura e della percezione di ogni suo singolo lavoro. Inizialmente, dopo un’appassionato lavoro pittorico, ha predisposto in tele estroflesse (chiaro omaggio a Castellani) una serie di luci LED che contribuivano, con la loro luce colorata, ad accentuare il pronunciamento spaziale, tra affioramenti e sprofondamenti, del tracciato non lineare delle superfici.

Questo rapporto con il “fattore luminoso” si è spostato anche nella visione di progetti ambientali in cui la luce rimarca ulteriormente la monumentalità scultorea alleggerendola in trasparenze capaci di attivare, nel gioco di sovrapposizioni dei punti di vista, una continua rivoluzione dei cambiamenti della forma-struttura e del colore dell’impianto scultoreo.
Questa predisposizione dell’artista a integrare nell’oggetto artistico elementi altri, come la luce in primo luogo, lo ha riportato a definire in termini ancor più strettamente scientifici il peso narrativo di ogni sua opera e ha trasformato nel profondo il modo di pensare e costruire l’opera d’arte. Staccatosi e allontanatosi progressivamente dal concetto di quadro, scultura o installazione le sue opere sono diventati veri e propri dispositivi, strumenti agenti con cui dare “visione” alle possibilità delle forze e delle energie invisibili che governano il mondo. Chimica, fisica, biologia, fisiologia, meccanica, elettronica sono settori della scienza che in Maciotta trovano singolare integrazione e concentrazione nelle recenti ricerche che lo impegnano a testimoniare come l’arte possa essere tramite per divulgare ed educare ad una nuova e sana, possibile se pensata e ragionata, sostenibilità energetica.

Il suo pensiero traduce le idee che l’energia possa essere tutta attorno a noi e possa essere “catturata”, affermazioni che la scienza e le sue sempre più precise indagini ha già da tempo verificato, ma sulle quali lo sviluppo tecnologico ancora non ha dato il suo migliore e massimo impegno; ecco allora che Maciotta, per riportare attenzione su conoscenze acquisite, assembla strutture e marchingegni che riportano e rileggono, con una semplicità formale, questi fenomeni. Allo spettatore non resta che la curiosità di comprendere quale “trucco” si nasconda dietro questi dispositivi che, quindi, lo spingono ad approfondire contenuti e conoscenze sensibilizzandolo sul tema della Free Energy destinata a diventare un importante settore di ricerca e impegno per il futuro.

Opere come Energia dal mare (2013), che, partendo dalla Pila di Volta e, risolvendone il principio debole, dimostra come possano sfruttarsi risorse infinite come quelle del moto ondoso per produrre energia elettrica; Energia dai limoni (2013), che, sfruttando le reazioni chimiche tra i succhi di frutti e verdure con i metalli, alimenta un piccolo dispositivo di illuminazione; Electicitas (2013) o Energia dalla terra (2015) che catturano cariche energetiche elettrostatiche dall’aria o dal terreno, sono alcune delle complesse, nella costruzione e produzione, ma semplici nel principio che le governa, realizzazioni con cui Maciotta ci aiuta a comprendere le verità e un nuovo indirizzo e orientamento di un mondo che deve essere aiutato e tutelato.
Scienza e arte si combinano nella sua esperienza in una salda e unica formulazione che si mette al servizio, prima ancora di valori e rilievi estetici, di una dimensione di etica consapevole rispetto alle urgenze e alle necessità di un pianeta, l’unico che abbiamo, ormai devastato dalla supremazia del nostro modo di vivere e dei suoi sistemi che ne alimentano l’ingordigia e l’avidità di risorse. Maciotta suggerisce soluzioni eventuali, attesta come sia possibile, oggi più che mai, trovare altre strade, ci dice come la tecnologia e le conoscenze abbiano strumenti alternativi che devono essere esplorati e sviluppati. Trasferendo e veicolando questi concetti con l’arte, Maciotta allarga lo spettro di persone che possono comprendere come ci siano altre vie e si possano compiere altre scelte rispettando le nostre risorse.
Tra approccio teorico e vera e propria sperimentazione attraverso le installazioni di Environmental art, Maciotta dimostra, anche, come sia possibile ricavare a costi minimi energia elettrica: una delle possibili soluzioni per aiutare quel miliardo di persone nel mondo che, ancora oggi, non ha accesso all’energia elettrica.