Genova tra storia e iniziative: la festa dei trent’anni dello scudetto blucerchiato
Genova si sveglia vestita a festa. Il calendario ricorda un appuntamento con la storia: sono passati 30 anni dal glorioso scudetto della Samp.
Ultimo barlume di un calcio che non c’è più, ultimo episodio che porta con sé un mito; Davide che finalmente batte Golia, una piccola realtà che si conquista il gradino più alto del podio, spodestando l’inarrivabile asse Milano – Torino, riuscendo così ad ottenere finalmente la gloria eterna.
Era il 19 maggio 1991…
Era il 19 maggio 1991 e un Ferraris gremito fino all’orlo ospitava la partita che sarebbe rimasta negli annali del calcio. Sampdoria – Lecce e tanta voglia di sentire il triplice fischio.
Il pubblico allo stadio sapeva già come sarebbe andata a finire, e infatti la pratica scudetto si archiviò nella prima mezz’ora di gioco.
Il tabellino cita Cerezo, Mannini e l’immancabile firma di Vialli. Unica nota dolente della giornata, l’assenza – per squalifica – del rinomato “Bobby gol”, Roberto Mancini che è oggi ct della Nazionale.
L’hanno chiamata Samp D’oro, per i trofei che è riuscita a portare in città nel decennio 84 – 94. Tra essi si contano 4 coppe Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Coppa delle Coppe e appunto lo scudetto, più diverse finali disputate tra cui la dolce amara notte di Wembley targata 1992.
Alcuni parlano di favola, mito o leggenda ma in realtà l’epopea di Mantovani fu cercata e voluta a tutti i costi.
Il petroliere romano approdò a Genova nel 1979 e acquistò senza esitazioni una Sampdoria che allora militava in Serie B. “L’unica cosa di cui non mi sono pentito nella vita è stato diventare Presidente della Sampdoria” dirà più avanti. Con la capacità riservata a pochi eletti, riuscì a plasmare una squadra a sua immagine e somiglianza, costituendo quasi una famiglia, un gruppo di amici che poteva permettersi il lusso di giocare per divertirsi.
Sulla scia di questa armonia cominciarono ad arrivare i primi successi, grazie anche all’apporto del giovanissimo duo di diamante, i cosiddetti Gemelli del gol.
L’ascesa avvenne in fretta e i tifosi seguirono l’evoluzione con entusiasmo. Tornati in Serie A il Presidente esulta “preparate i passaporti” e così cominciò il girovagare per l’Europa diffondendo lezioni di tifo e rispetto, tanto che si conierà in quegli anni il rinomato “stile Sampdoria”.
I Festeggiamenti
All’ombra di questi ricordi oggi Genova rispolvera la gloria e vecchi vessilli, per ricordare ciò che è stato, come un’ancora di salvezza rispetto a un presente che non ha nulla a che vedere. Così tra le vie del centro, più blucerchiato che mai, si scorgono i volti nostalgici di chi, quei giorni li ricorda perfettamente, e quelli speranzosi e orgogliosi di chi ha potuto immaginarli solo con la più sfrenata fantasia.
Ci sono intere famiglie tinte di blu, nonni con i nipotini che vanno ad impartire una grandiosa lezione di storia, gruppi di amici e studenti, e chi addirittura per partecipare alla grande festa ha preso ferie dal lavoro.
Nascere sulla sponda blucerchiata comporta questo. Essere consapevoli dell’importante patrimonio storico che si porta sulle spalle, sapere che le impronte di chi ci ha preceduto sono ben impresse nella mente, e fare il possibile per essere all’altezza di rappresentare ciò che è stato trasmesso, di generazione in generazione.
Dai gradoni si urla “perché squadra tieni, come mio papà” un mantra tramandato di padre in figlio, che ha permesso con il tempo, di costruire una cospicua rete di tifosi sparsi per tutta la Liguria e non solo.
Il cuore pulsante della tifoseria però batte a Genova e oggi, i cuori doriani hanno voglia di tornare a pulsare sulla stessa frequenza.
La Coppa
Così i caseggiati di corso Europa si vestono di quattro colori, i manifesti pubblicitari ricordano l’immancabile appuntamento, il maxischermo sul grattacielo invoca “Vialli Presidente”, via Venti e San Vincenzo intrecciano il cielo di bandierine e tricolori e a De Ferrari si alza la preziosa Coppa.
Protetta da una teca di vetro e un gruppo di addetti ai lavori, il simbolo di quella vittoria si mostra al pubblico blucerchiato.
Il pellegrinaggio dei devoti ai colori doriani comincia alle prime ore del mattino, la fila si allunga in modo ordinato, tutti aspettano il proprio turno per scattare un selfie con il prezioso trofeo.
Le iniziative però non finiscono qui; anche il Sampdoria Point di via Cesarea si appresta a celebrare il grande giorno, è in vendita infatti il libro dedicato all’impresa realizzato dai due più grandi protagonisti: Roberto Mancini e Luca Vialli, intitolato “La bella stagione” e i cui proventi andranno all’ospedale Gaslini.
Il libro verrà presentato dal numero 9 blucerchiato a Palazzo Ducale il 20 maggio, altro imperdibile appuntamento per i tifosi, che da sempre invocano una sua futura presidenza.
Intanto sull’onda dell’entusiasmo il tifo organizzato ha radunato la gradinata Sud in piazza Vittorio Veneto alle 19, davanti al Bar Roma di Sampierdarena, sede storica che ha dato i natali all’Unione Calcio Sampdoria, e in cui gli ultras affisseranno una targa commemorativa.
Il pubblico ha risposto presente all’iniziativa, cominciando da subito a scaldare l’atmosfera a ritmo di canti e tamburi. Uno scenario che era abituale fino a qualche tempo fa, ma che oggi appare come una vera e propria boccata d’aria dopo oltre un anno di stadi chiusi.
Per rendere il panorama ancora più suggestivo, la fontana di De Ferrari si è dipinta dei colori sociali alle prime luci della sera.
Cala la sera che incornicia la città variopinta e la brezza tiepida porta con sé la malinconia di un’impresa irripetibile, ma i tifosi hanno bisogno di illudersi e sognare, e allora, lasciate ancora un po’ quello scudo cucito sul petto. Francesca Galleano