Ogni undici bambini ce n’è uno diverso. Uno che ha scelto regole, modi di fare, d’intervenire differenti. Emil Audero appartiene alla categoria, fin dai tempi del Cumiana calcio.
Il portiere della Sampdoria si è raccontato in una lunga intervista – richiesta direttamente dai fan dell’Official Media tramite sondaggio -, che ripercorre tutte le tappe della sua giovane carriera: dal sogno di indossare i guanti fino a quello di affrontare il suo mito Buffon, prima compagno e oggi avversario.
Speciale. «In me convivono sia il mio lato indonesiano che quello italiano – racconta l’estremo difensore, nato a Lombok ma arruolato dalla Nazionale azzurra -, quello asiatico è quello un po’ più lento, pigro. Quando mi serve combattività tiro fuori l’italiano che c’è in me». E per arrivare in Serie A di combattività ce ne vuole a palate. «So quanto valgo – dice in maniera risoluta -, ma anche che non ho ancora fatto nulla. Mi sono tolto delle soddisfazioni, questo è vero: ma non sono ancora arrivato. Ho ancora tanto da dimostrare». E sulla Sampdoria, il ragazzone classe 1997 svela: «Per me è un orgoglio essere il portiere di una squadra così importante. I tifosi? Sono così vicini che so tutti i cori, questo ci rende speciali». Non c’è modo migliore di iniziare questo primo dell’anno che affidandosi ad un autentico numero 1.