«È bello essere tornati tutti insieme sul campo. Ci mancava allenarci». Manolo Gabbiadini non vedeva l’ora: i giocatori vivono per il calcio e se la palla non può rotolare il morale finisce sotto i tacchi. Ci sarà però modo di rivedere presto l’attaccante e tutto il resto della Sampdoria in azione, basterà aspettare fino al 21 del mese, giorno di ripartenza della Serie A. «Dopo questo lungo stop è importante capire il proprio corpo – spiega -, ma vogliamo giocare. Brutto stare senza pubblico, però abbiamo una salvezza da conquistare. I nostri tifosi saranno comunque nella nostra testa, sempre al nostro fianco».
Allenamento. «Giocare ogni tre giorni è quasi un altro sport – racconta l’attaccante rivangando la sua esperienza di coppa con il Napoli -. Viaggi sempre, ti alleni poco e l’importante è soprattutto recuperare le energie. Ci stiamo allenando anche per questo. I presupposti sono buoni e stiamo facendo di tutto per prepararci al meglio a questo finale di campionato».
Memoria. Nato e cresciuto calcisticamente a Bergamo, Gabbia non ha mai dimenticato la squadra e la città che lo hanno reso grande e che più di tutti stanno passando mesi difficili. «Le parole e i racconti dei miei genitori, che ancora abitano lì, mi hanno lasciato dentro molto – rivela -. Io ho avuto il COVID ma sono stato bene: non tutti possono dire lo stesso. Ho ancora negli occhi il video delle bare portate via dai militari: un’immagine bruttissima. Io però conosco i bergamaschi: sono forti e sapranno superare questo momento. Speriamo di esserci messi alle spalle il peggio».