«È una sconfitta che non si digerisce, che non va giù». Basterebbe questo per spiegare il Marco Giampaolo pensiero. Ma l’allenatore blucerchiato non si ferma qui nella sua disamina: «Avevo chiesto alla squadra di giocare allo stesso livello dell’Inter, con le stesse responsabilità, le stesse pressioni. Se loro sono riconosciuti come squadra forte, e allora anche noi dobbiamo essere ritenuti come tali. Per giocarcela sullo stesso piano dovevamo dare la sensazione di equilibrio, di potercela giocare sempre. Ma temevo i 95 minuti: sapevo di non avere alternative davanti e che tre giorni di recupero sono pochi. Il rischio era arrivare corti, ma eravamo arrivati ormai…».
Inevitabile. Niente da fare però: Brozovic ha portato i punti a Milano. «Abbiamo fatto mezzora splendida – ricomincia Giampaolo -. Abbiamo fatto ricorso anche al mestiere, quando non ne avevamo più, quando eravamo spremuti. Poi un calcio di punizione, una palla che non va fuori, una respinta, e poi…». Poi l’inevitabile.
Recupero. Tante partite, pochissimo riposo. «Non possiamo giocare cinque partite in quindici giorni – fa notare il tecnico -. Facendo così devi ricorrere al turnover. Il recupero con la Fiorentina è stato messo in un momento sbagliato. Avessimo avuto il motore pulito per l’Inter sarebbe stata ancora più dura. E ora andiamo ad affrontare un’altra partita difficile, aggiungendo fatica su fatica».