I tifosi della Samp sono con il fiato sospeso per il Cda atteso domani e che potrebbe vedere un ennesimo nefasto rinvio come nuova mossa di Massimo Ferrero.
La mancata effettuazione comporta l’annullamento della stessa, con la conseguenza di far venire meno tutti gli adempimenti che si era prefissata, a partire dalla necessaria ricapitalizzazione, da espletarsi attraverso l’okay del maggiore azionista (i Ferrero), l’azzeramento del capitale esistente (14 milioni) e la sottoscrizione di uno nuovo, indispensabile, pari a circa 30 milioni di euro.
Se fosse confermato l’orientamento della famiglia Ferrero, non ci sarebbe più l’Assemblea voluta dall’attuale Cda, non ci sarebbe la ricapitalizzazione e non ci sarebbe alcuna possibilità per Barnaba, in rappresentanza del fondo Merlyn, di poter diventare subito proprietario, sottoscrivendo l’aumento di capitale non effettuato dai Ferrero. Questa decisione potrebbe chiudere anche la partita, almeno per il finanziere romano, che aveva precisato di non tenere conto dell’ultimatum sulla manifestazione d’interesse fissato al 14 dicembre, ma di non essere disposto a portare avanti il tentativo di scalata alla Sampdoria oltre il 31 dicembre 2022.
Invece, qualora non ci fosse l’assemblea degli azionisti, andare oltre sarebbe necessario. Perchè il deserto nella seconda convocazione significherebbe ricominciare da zero. Il raduno degli azionisti dovrebbe essere convocato nuovamente: occorrerebbe una pubblicazione e poi 15 giorni di tempo, inevitabile andare al 2023.
E ogni mese che passa la situazione della Samp continua a peggiorare sempre più.