I tifosi della Samp si interrogano sul futuro della società che rischia il fallimento, la retrocessione in questo momento è il male minore.
Molto, ma non tutto, si giocherà sulla presenza di Massimo Ferrero nell’assemblea che dovrebbe deliberare a maggioranza qualificata l’aumento di capitale.
Massimo Ferrero possiede interamente il quorum deliberativo della Sampdoria: ma non è detto che il maggior azionista intenda deliberare l’aumento del capitale sociale in assenza di un ‘conquibus’ considerato da lui accettabile.
Nel caso in cui Ferrero decidesse di non esercitare il suo diritto d’opzione, magari evitando anche e per l’ennesima volta di sedere al tavolo di Corte Lambruschini, gli altri soci che hanno esercitato l’opzione hanno diritto di prelazione per sottoscrivere proporzionalmente le azioni per le quali non è stato esercitato quel diritto. Quindi, anche un socio in possesso solo dell’1% potrebbe esercitare l’opzione per la propria quota e nel contempo esercitare il diritto di prelazione per sottoscrivere le azioni ‘inoptate’. In questo modo, un socio assolutamente minoritario, in assenza di altri sottoscrittori, potrebbe aggiudicarsi l’intero aumento di capitale sociale. Un altro modo per entrare in società attraverso l’aumento del capitale sociale prevede il sacrificio del diritto di opzione a favore del terzo e ciò avviene quando l’interesse della società lo esiga. Fin qui il codice civile in materia di fallimenti. In parole povere se ci fosse un piano da 35 milioni di euro per ricapitalizzare e 50 milioni da investire per ripartire dalla B. Il giudice potrebbe dare priorità all’interesse dei creditori, più che a quello dell’azionista Ferrero e quindi omologare il piano.
Certo, se Ferrero dovesse rimanere a mani vuote potrebbe sempre fare ricorso. Ma una cosa è certa: in composizione negoziata, il Cda ha poteri speciali e può procedere se ha l’omologa del Tribunale. A quel punto, la presenza o l’assenza di Ferrero durante l’assemblea diventa un optional.