E’ un momento difficile per le due squadre genovesi dopo i risultati della seconda giornata di questo strambo campionato.
La Sampdoria è riuscita nell’impresa di perdere 3-2 a Marassi contro il neo-promosso Benevento, dopo essere passata in vantaggio per 2-0 dopo appena dieci minuti di gioco.
Peggio ha fatto il Genoa, che è stato subissato di gol a Napoli (6-0) al termine di una gara parecchio strana.
Apriamo con la Sampdoria. La società sta attraversando un periodo particolarmente difficile, forse il più complicato di tutta la sua storia. Un presidente che è inviso alla piazza, che non apprezza il suo modo di agire e comportarsi: come adattarsi a questo folcloristico personaggio quando si è abituati ad avere al timone personaggi del calibro di Lolli Ghetti, Mario Colantuoni, Riccardo Garrone per poi non parlare del grande Paolo Mantovani? Impossibile.
Al momento la squadra è quello che è, ed il povero Claudio Ranieri, allenatore di lungocorso, fa quello che può.
I giocatori sono gli stessi dello scorso anno, qualcuno importante (Linetty su tutti) è anche partito; per ora è arrivato soltanto Candreva, gran giocatore che ha fatto vedere già buone cose contro il Benevento, anche se mandato subito in campo dopo un paio di allenamenti. Certo, qualche errore lo ha anche commesso il mister, come parecchi tifosi sui social hanno fatto sapere.
Ma se si contesta anche un mostro sacro come Ranieri allora non si va da nessuna parte.
Il Genoa. E qui c’è da fare un distinguo: per i “tifosi da risultato”, cioè quelli che non vedono la partita, ma poi commentano e ri-commentano con dovizia di particolari la gara, la colpa dello 0-6 è tutta di Marchetti. Giustiziato! Senza neppure aver visto la partita.
Chi ha invece visto la gara, resta infondo sconcertato da questo risultato tennistico. Intendiamoci, il Napoli è nettamente più forte del Grifone, e la vittoria è ampiamente meritata.
Resta però quel primo tempo dove il Genoa ha tenuto spesso in scacco il Ciuccio; anche dopo il primo gol subito dopo appena 10 minuti dal forte Lozano (grave indecisione di Pellegrini), i rossoblù hanno iniziato a giocare, pressando il Napoli, attaccando.
Come al 17’, quando una gran giocata di Pjaca in area di rigore ha messo sui piedi di Lerager un pallone a non più di 7 metri dalla porta, liberissimo: un gol che avrebbe fatto anche un ex atleta di 85 anni, o addirittura il DS Faggiano; invece Lerager ha ciccato clamorosamente la palla, zappando il prato verde. Poi nella ripresa non c’è stata storia. Il Genoa non è rientrato in campo, il Napoli ha fatto ciò che ha voluto.
Dopo il raddoppio al 46′ Zielinski (partito da centrocampo ed arrivato a tu per tu con Marchetti senza che nessuno provasse ad arrestare la sua corsa), il Genoa è poi riuscito a prendere 4 gol nel giro di tredici minuti; senza tiri da fuori, tutti all’interno dell’area, arrivando davanti al portiere rossoblu; 4 reti in tredici minuti… quasi un record, come succede nelle gare estive d’allenamento.
Qualche scusante i rossoblu la trovano per la tribolata vigilia; la positività di Perin e Schone, i tamponi continui, l’ultimo dei quali alle 2 di notte; poi alle 6.30 sveglia e partenza per Napoli, arrivo alle 11, hotel pranzo, e poi al San Paolo a prendere… l’imbarcata.
Beh, neanche a livello di serie D si parte al mattino e si gioca al pomeriggio; una attenuante, che comunque non giustifica la tremenda batosta.
Insomma, per le genovesi è il momento di mantenere la calma, analizzando cosa non ha funzionato.
Il campionato è lungo, lunghissimo, sempre che il Covid19 lo permetta…
Buona settimana a tutti.
Franco Ricciardi