E’ morto oggi a San Diego, in California, l’astrofisico genovese Riccardo Giacconi. Aveva 87 anni. Fu premio Nobel per la Fisica nel 2002 “per i contributi pionieristici all’astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X”.
Le sue ricerche hanno attraversato per intero questo settore della ricerca, dai primi piccoli rilevatori degli anni ’60, montati su piccoli razzi, fino alla missione Chandra della Nasa, lanciato nel 1999.
Nel 1962 scoprì Scorpius X-1, prima sorgente extraterrestre nota di raggi X. Nel 1970 si occupò del lancio del satellite Uhuru, con cui si aprì l’esplorazione del cielo profondo a raggi X. Grazie a questa ricognizione del cielo furono scoperte 339 stelle che emettono raggi X.
Nel 1973 Giacconi diviene direttore dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, portando avanti il progetto HEAO-2 di un telescopio raggi X in orbita, quello che più avanti venne poi battezzato Osservatorio Einstein.
Dal 1993 al 1999 fu anche direttore generale dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso).
Giacconi mostrò il lato violento dell’universo, fatto di stelle cannibali, buchi neri, e immani esplosioni.
Nato a Genova nel 1931, Giacconi visse a lungo a Milano, dove si trasferì ancora adolescente e dove si laureò con Giuseppe Occhialini, uno dei padri dello studio dei raggi gamma.
A Milano proseguì gli studi di dottorato, specializzandosi nella ricerca sui raggi cosmici finché, nel 1956, decise di lasciare l’Italia per trasferirsi negli Stati Uniti, dove ottenne la cittadinanza.
Nel 2010 il Comune di Genova gli conferì il riconoscimento “Grifo d’Oro”.