Il voto in Sardegna: un voto contro Giorgia Meloni. Nessuno, diciamolo con franchezza, se lo aspettava. Ed è accaduto quello che tutti ritenevano impossibile. Oggi molti diranno e va beh non cambia nulla: è solo un voto regionale. Eh no, cambia tutto.
Questo è chiaramente un voto non per qualcuno ma contro qualcuno: è un voto non contro il centrodestra, ma contro Meloni.
I sondaggi dicono che no, che le è sempre in salita? I sondaggi davano anche quattro punti di distanza per il candidato scelto da Meloni in Sardegna: una vittoria sicura.
Gli italiani, di fronte all’idea che la loro casa è ora diventata l’Ucraina e che combatteremo al fianco di Zelensky per i prossimi dieci anni, hanno cominciato a temere il peggio per loro e per i loro figli e allora hanno voluto mandare un messaggio forte alla persona a cui avevano dato con il voto alle ultime elezioni tanta fiducia: così non va.
Meloni si occupi prima di tutto degli italiani realizzando le promesse elettorali. Prima fra tutte quella del controllo della immigrazione clandestina.
Ora sta a lei capire l’umore popolare e tenerne conto o fare finta di niente e andare avanti come se non fosse successo niente.
Nel primo caso mostrerà intelligenza politica, e Meloni sicuramente ne ha, nel secondo questo voto indicherà l‘inizio del suo lento ma inesorabile declino.
Non si governa in democrazia contro il sentire popolare, tanto più nella società liquida, in cui anche il voto è diventato fluido. Un italiano su due non vuole la continuazione di questa guerra, con il rischio sempre più reale di un coinvolgimento diretto.
Non è per questo che gli italiani l’hanno votata. Sarebbe un errore far finta di niente.
L’arroganza del potere ha già fregato Renzi. Le elezioni europee saranno la cartina di tornasole.
Non solo per lei, ma anche per Salvini che può rientrare in partita adottando un programma in cui il “prima l‘Italia”, anche in Europa, torni di attualità.
Prima gli italiani e i popoli europei, contro lo strapotere guerrafondaio di Bruxelles. Salvini ha già di fatto portato a casa l’autonomia differenziata e per questo le Regioni del Nord lo ripagheranno alle elezioni europee.
Il premierato invece è in alto mare e ora lo sarà ancora di più, perché questo voto ha di fatto indebolito Meloni.
La prossima mossa tocca a lei, e più che spostarsi sul piano internazionale andando a cercare consensi da Biden, potrebbe puntare proprio sul premierato giungendo ad un accordo con una parte dell’opposizione che tutto sommato è facile da trovare. Prof. Paolo Becchi