Le dichiarazioni di Augusto Sartori (FdI) contro la tassa sui calciobalilla che riguarda anche biliardi, ping pong, flipper e freccette
“Siamo all’assurdo oggi uno stabilimento balneare, ma anche un bar, un ristorante e persino un oratorio rischia una multa da 4mila euro se non denuncia la regolarità del più iconico gioco estivo. Entro il 30 aprile i gestori devono fare la richiesta del titolo autorizzativo all’Agenzia delle Dogane. Lo stesso iter che si fa per i videopoker. Questa nuova assurda regola è contro la logica e il buonsenso, ma nonostante questo l’Agenzia delle Dogane fa spallucce e dice che esiste da vent’anni”.
A dirlo, senza mezzi termini Augusto Sartori, Il responsabile ligure del dipartimento ristorazione e locali notturni di Fratelli d’Italia, si scaglia contro una norma che è frutto di un decreto dello scorso anno (n. 65 del 18 maggio 2021).
Il provvedimento in questione ha previsto che anche i locali che possiedono ed espongono flipper e biliardini debbano versare l’imposta sugli intrattenimenti (Isi), ovvero quella che si applica ai giochi a pagamento con vincita.
La stretta non riguarda solo il calciobalilla, ma anche carambole, biliardi, ping pong, flipper e freccette.
Risultato: la tassa da versare ammonta all’8% dell’imponibile medio forfettario oltre al limite Iva.
Il passo successivo è stato fatto da una determinazione del direttore dell’agenzia delle Dogane e dei Monopoli del 1° giugno 2021, in base alla quale dal primo giugno 2022 anche gli apparecchi che non erogano vincite in denaro o tagliandi possono essere installati solo se dotati di un nulla osta di messa in esercizio.
“Come Fratelli d’Italia abbiamo subito dato battaglia – conclude Sartori – infatti i deputati di Fratelli d’Italia membri della commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo hanno presentato un’interrogazione in cui si chiede al Ministro competente quali iniziative intenda adottare in merito, considerato che il calciobalilla nulla ha a che fare con il gioco d’azzardo e colpisce, invece, indiscriminatamente gestori e proprietari di esercizi pubblici, caricandoli di ulteriori incombenze burocratiche e tasse, ma non dovrebbero servire interrogazioni di questo tipo quando sarebbe sufficiente il solo buonsenso per dire che un conto sono i giochi della nostra infanzia, tradizionali e anche belli come il calciobalilla mentre ben diverse sono le cose quando si parla di giochi d’azzardo come il videopocker.
Noi rimaniamo a baluardo e difesa delle attività commerciali e di chi fa impresa che sono patrimonio per l’Italia e non mucche da mungere e basta”.