Lo sciopero generale dei lavoratori publbici e privati dei trasporti, scuola e sanità è stato indetto dalle sigle sindacali CUB, SGB, SI COBAS, USI – AIT, SLAI COBAS, SISA e CUB SUR.
A spiegarne i motivi è stata la stessa Cub nazionale che in una nota ha ricordato come “10 milioni di persone in Italia vivono sotto la soglia di povertà”, oltre al fatto che ci sono “oltre tre milioni di disoccupati” e che “col jobs act siamo tutti licenziabili”.
Lo sciopero è volto a chiedere “il ripristino dell’articolo 18 per tutti i lavoratori, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, la “sanità gratuità e il diritto alla casa per tutti”; E un “Reddito minimo garantito” e la “pensione a sessanta anni o con trentacinque anni di contributi”.
Per quanto riguarda il settore Scuola ed Ambiente tra le motivazioni ci sono quelle espresse dal personale ata che “continua a pagare il prezzo più alto delle continue riforme peggiorative della scuola messe in atto da tutti i governi degli ultimi vent’anni. Tra le richieste che porta avanti la protesta, “aumenti veri in busta paga, assunzioni che ripristinino organici sufficienti, il rispetto della dignità del personale ATA, il diritto al pensionamento a 60 anni o con 35 anni di contributi”.
Le associazioni sindacali chiedono inoltre di Aumentare i salari e le pensioni, reddito garantito, ridurre l’orario di lavoro a parità di salario, abolire il jobs act, salute e sicurezza sul lavoro. Investimenti pubblici su ambiente e territorio per aumentare l’occupazione. Pensione a 60 anni o con 35 anni di contributi. Diritto universale a salute, abitare, scuola e mobilità pubblica. Rappresentanza sindacale con elezioni libere, democratiche aperte a tutte le liste. Difesa del diritto di sciopero e di manifestazione. Contro la guerra e le spese militari – Abolire le disuguaglianze salariali, sociali, economiche, di genere per tutti”.
Per quanto riguarda i Trasporti alla base della protesta ci sono le rivendicazioni sugli stipendi, assistenza sanitaria, diritti sindacali e sicurezza sul lavoro.