I sindacati di base hanno indetto uno sciopero generale nazionale per venerdì 20 maggio 2022 “contro la guerra” e “l’economia di guerra”.
Lo sciopero è indetto da Cub, Sgb, Usi fondata nel 1912, Usi-Cit, Cobas, Cib Unicobas, Si Cobas, Al Cobas, Cub Pi, Sindacato generale di classe e Slaiprocobas – aderenti: Fisi. Sindacati aderenti a confederazione Usi fondata nel 1912, Usi Ed, Usi Lel, Cub Sur, Sbm.
A Genova è previsto un presidio sotto la prefettura di Genova ed un corteo.
“L’invasione russa dell’Ucraina ha riacceso la guerra nel cuore dell’Europa”, si legge in una nota sindacale. Ciò rende “sempre più evidente la fragilità degli equilibri geopolitici esistenti. Per cui in un sempre meno popolato ‘occidente’ (USA + UE), abitato da meno di 1,5 MLD di persone, vuole continuare ad imporre ai restanti circa 6 MLD di donne e uomini che popolano il globo, il controllo e l’egemonia nella spartizione della ricchezza mondiale.”
Sindacati di base: Questa guerra va fermata. Fuori l’Italia dalla guerra
“La guerra – prosegue la nota – rappresenta una vergogna per il suo carico di morti e feriti, di devastazione, di inquinamento, di rifugiati, di disperazione, di crisi alimentare e di altre catastrofi e spalanca le porte ad una pesante crisi economica il cui costo sarà sostenuto da lavoratori, pensionati e masse popolari.
Infatti, a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici e di molte materie prime, la produzione industriale sta rallentando. Nel contempo accelerano le contrazioni già registrate a gennaio (-0,3%) e febbraio (-0,8%) del 2022.
Una situazione che rischia di aggravare anche la crisi del turismo, aumentando i danni prodotti dalla pandemia.”
Sindacati di base contro il governo Draghi
“Il Governo Draghi, su ordine della NATO – spiegano dalla Cub di Genova di via Savona e di via Odero e dal Coordinamento Resistenza Genova per la Liguria – pretende di aumentare le spese militari fino al 2% del Pil. Pur di arruolare l’Italia nel pacchetto di mischia degli Stati che, soffiando sul fuoco, stanno innescando una escalation del conflitto e il suo allargamento. In cui non si esclude l’utilizzo delle armi atomiche.”
L’aumento della spesa della difesa sarebbe da 25 miliardi a 38 miliardi di € l’anno: 104 milioni di euro al giorno. “Una follia – spiegano i sindacati – per un paese come il nostro, che ha l’urgenza di risanare e rilanciare sanità, scuola, trasporti pubblici, edilizia popolare ed altre spese di interesse sociale.”
“E’ ora che decolli – spiega il segretario provinciale della Flaica Cub Genova Giovanni Addamo – un’incessante azione diplomatica. L’Italia, rinunciando al ruolo di ancella degli USA, dovrebbe farsi promotrice per fermare le mire imperialiste della Russia, altrimenti aumenterà la crisi occupazionale. Testimonianza ne sono i mancati rinnovi contrattuali e l’aumento vertiginoso del costo della vita, il precariato da record. Ma anche il lavoro nero, la disoccupazione, la mancanza di sostegni alla povertà e chi più ne ha più ne metta!”.
Secondo i Sindacati di base la guerra sarà la scusa per aggredire i salari, le pensioni e i diritti
“La guerra e l’economia di guerra – concludono i sindacati – rischiano di diventare la scusa per continuare a scaricare sui lavoratori il prezzo delle scelte avventuristiche e guerrafondaie fatte dal Governo. Nel silenzio generale, con la copertura di stampa e TV, e con il favore di gran parte della politica, Draghi&Co continueranno a saccheggiare le tasche dei lavoratori, dei pensionati e delle masse popolari.”
Le modalità di sciopero
Sciopero FS dalle ore 21 del 19 maggio alle ore 21 del 20 maggio (uffici, officine e impianti fissi intera giornata del 20 maggio).
AMT, ATP, Ferrovia Genova – Casella dalle ore 09.45 alle 15.45 (biglietterie ATP terminano lo sciopero ore 15.15, uffici, officine, impianti fissi intera giornata del 20 maggio).
Culmv, Psa, Psa Sech, Terminal Messina e S. Giorgio, tutti i turni del 20 maggio.
Categorie non soggette alla L. 146/90 scioperano intera giornata del 20 maggio. I settori pubblici (anche sanità) e privati
Il corteo e il presidio
A Genova manifestazione dalle ore 10.30, concentramento in Largo Pertini e presidio alla Prefettura di Genova.