Secondo Coldiretti riguardo la peste suina tutto tace, nessuna risposta da parte della Regione in merito alla problematica africana
Secondo Coldiretti riguardo la peste suina tutto tace, le imprese dell’area rossa risultano oramai stremate, oltre che per i motivi economici dovuti alle restrizioni, anche per l’incapacità di poter pianificare il proprio futuro, a fronte di norme e di informazioni assolutamente discordanti e poco chiare.
Alla vigilia del termine perentorio imposto dalla Regione, le aziende suinicole rientranti nell’area infetta stanno riscontrando il problema della macellazione dei propri maiali, dato il sovraffollamento dell’unico macello presente all’interno dell’area rossa. Ma i disagi riguardano anche le aziende suinicole nell’area buffer (10km dall’area infetta) che risultano bloccate nel mandare avanti le proprie lavorazioni in quanto gli unici macelli disponibili si trovano all’esterno dell’areale e dunque impossibili da utilizzare.
Gravi sono le ripercussioni anche sul settore agrituristico e, più in generale, per tutte le aziende che svolgono attività legate alla recettività, alle attività outdoor, alla selvicoltura, e a tutte quelle realtà limitate dai provvedimenti. Le restrizioni legate alla peste suina limitano, infatti, le attività praticabili da turisti e cittadini, scoraggiando la presenza di clienti all’interno delle strutture ricettive.
“Più volte come Coldiretti abbiamo chiesto alla Regione un piano di indennizzi, sia per il settore suinicolo che per il settore ricettivo agricolo, -affermano Luca Dalpian, Presidente Coldiretti Genova, e Paolo Campocci, Direttore Provinciale- ma ad oggi non abbiamo evidenza neanche dei risarcimenti che verranno riconosciuti agli allevatori che, loro malgrado, saranno costretti a macellare o abbattere i propri capi.
Coldiretti ha più volte, nel corso degli utlimi anni, sollevato l’attenzione sui danni causati dai cinghiali con comunicati, lettere e manifestazioni ma, ad oggi, con un problema sanitario così grave in essere non abbiamo avuto ancora alcuna risposta.
E’ necessario lavorare immediatamente a un piano di eradicazione dei cinghiali nell’area rossa al fine di contenere la diffusione dell’epidemia e come Coldiretti, qualora non venissero presi tempestivi ed efficaci provvedimenti, siamo pronti a richiedere ai responsabili i risarcimenti per le dannose conseguenze che potrebbero ricadere sulle nostre aziende.
E’ doveroso ricordare –concludono Dalpian e Campocci- che la peste suina non è in alcun modo trasmissibile all’uomo, motivo per cui evidenziamo che per i cittadini non c’è nessun rischio per il consumo di carne suina.
Si eviti che la cattiva informazione generi psicosi o ulteriori speculazioni a danno delle nostra imprese agricole già messe in ginocchio dagli aumenti insostenibili del costo energetico e delle materie prime”.