GENOVA. 6 MAR. Maxi sequestro ai nomadi da 9 milioni di euro. Ventinove immobili fra cui ville in Sardegna e Svizzera, 52 terreni, 53 veicoli ed auto di lusso, 113 conti correnti e le quote di otto società.
Secondo gli investigatori, il profilo criminale della presunta banda di nomadi, di origine sinti, residenti nei campi di Bolzaneto e dell’astigiano, può essere sintetizzato in una frase intercettata dai carabinieri durante una conversazione fra due di loro: “Si va a rubare tutti i giorni”.
Le conversazioni dei fratelli Alfredo e Mario Botto erano controllate dalle forze dell’ordine, che stavano indagando su 7 furti in casa, per cui i sinti poi sono stati condannati in secondo grado a quattro anni e otto mesi.
Oltre ad alcuni beni dei fratelli Botto, i sigilli sono scattati anche per i patrimoni di Giacomo Lafleur, Antonino Greco, Romolo Laforè, Pietro Lafleur, Gaetano Dellagaren, Gianni Bresciani, Pietro Bianchi, Domenico Bianchi, Valerio Bodino e Luciano Bodino.
I nomadi hanno precedenti per furti in casa, ma alcuni anche per rapine e sequestro di persona. Uno di loro era stato indagato perché trovato in possesso di una ricetrasmittente collegata alle frequenze della polizia.
Secondo la procura genovese, le persone sottoposte alla misura economica avevano un tenore di vita del tutto discordante rispetto alle dichiarazioni dei redditi presentate e le entrate economiche sarebbero da ricondurre alle presunte attività illecite messe in atto dai nuclei familiari finiti nel mirino di Carabinieri e Guardia di Finanza di Genova.