Al medico ha riferito di essere lesbica e quindi di fare sesso solo con la sua donna, ma ha voluto lo stesso essere vaccinata gratis contro il Papilloma virus (Hpv). I sanitari dell’Asl5, però, hanno giustamente rifiutato di fornire il vaccino Hpv a una 38enne spezzina, che se lo dovrà pagare di tasca propria (con i richiami circa 220 euro).
Infatti, secondo il buon senso prima di tutto, e secondo la normativa, la richiedente non può rientrare in una delle categorie a rischio perché, ovviamente, vengono considerati soggetti a rischio le giovani donne che fanno sesso con uomini e gli uomini che fanno sesso con uomini e non le donne che fanno sesso con donne. Inoltre, la 38enne ha dichiarato di vivere insieme alla compagna, con la quale ha stipulato una regolare unione civile.
La vicenda è accaduta alla Spezia ed è emersa da una denuncia dell’associazione GiustItalia, che ha annunciato battaglia “affinché il regolamento a livello nazionale sia modificato”.
Per l’associazione di consumatori, la disposizione applicata dalla Regione Liguria nelle sue Asl sarebbe “illegittima in relazione ai criteri di eguaglianza sanciti nella nostra Costituzione e appare come una disposizione sessista ed omofoba”.
I responsabili dell’Asl5 Spezzino hanno riferito di “avere recepito e applicato le linee ministeriali espresse nell’attualmente vigente Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017/19, come è doveroso da un punto di vista istituzionale. Secondo il documento, infatti, la signora non aveva diritto alla gratuità della prestazione”.