Corso Monte Grappa riaperto al traffico
Questa mattina è avvenuto lo sgombero del centro sociale Buridda, situato in Corso Monte Grappa a Genova. L’operazione, iniziata tra le 6:30 e le 7:00, ha causato la chiusura temporanea della strada al traffico veicolare fino alle 11:30, con conseguenti disagi alla circolazione nella zona.
Anche il passaggio pedonale è stato limitato durante l’intervento.
Dettagli dell’operazione
Gli agenti di polizia locale, supportati da mezzi blindati, sono intervenuti nei locali dell’ex Magistero, occupati dal 2014.
Gli spazi saranno convertiti in uno studentato con 66 alloggi e servizi, finanziati con 10,5 milioni di euro del Pnrr. Il bando per l’assegnazione dei lavori è atteso per ottobre.
All’arrivo della polizia all’interno non c’era nessuno
Al momento dell’arrivo della polizia, all’interno del centro sociale non c’era nessuno, e non sono state effettuate denunce. Successivamente, gli organizzatori del laboratorio sociale sono arrivati per recuperare oggetti e beni utilizzati nel centro.
Reazioni e dichiarazioni
Sul posto erano presenti l’assessore alla Sicurezza del Comune di Genova, Sergio Gambino, e il consigliere comunale di Uniti per la Costituzione, Mattia Crucioli.
Crucioli ha sottolineato l’assenza di un atto scritto per la chiusura della strada, necessario per l’operazione di sgombero.
Simona Scognamillo, del collettivo laboratorio sociale occupato, ha dichiarato: “La città perde un punto di riferimento culturale, sociale, di attività politica e di ritrovo per i giovani”. Il centro sociale ospitava vari laboratori, tra cui fotografia, un laboratorio di circo, una cucina popolare, un centro documentazione e una falegnameria.
Gianni Pastorino di Linea Condivisa: “In queste ore ha preso il via lo sgombero del centro sociale Buridda, un blitz delle forze dell’ordine alle prime luci dell’alba – dichiara il Capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale Gianni Pastorino – Questo spazio rappresentava una delle esperienze culturali più importanti per la nostra città, un vero e proprio faro di cultura alternativa e autogestione. I processi di riqualificazione della città sono cruciali, ma non devono avvenire a discapito delle realtà sociali e culturali radicate nel territorio.
Ci auguriamo che l’operazione si svolga senza forzature e che venga permesso di recuperare tutto il materiale. È essenziale che esperienze come quella del Buridda possano essere allocate in un altro posto, continuando così a contribuire alla crescita personale e collettiva della nostra comunità. Luoghi come il Buridda sono fondamentali per il tessuto sociale della nostra città, non solo per la loro offerta culturale, ma anche per le sinergie sviluppate negli anni a tutela della socialità e della cultura della zona. Non vorremmo che questo sgombero portasse alla sparizione di una realtà sociale simile a quella dello Zapata, inserita profondamente nella storia del quartiere. Rimaniamo vigili e pronti a difendere questi spazi di libertà e crescita”.
La CGIL Genova: “Era necessario, se lo sgombero era davvero inevitabile, avere già una soluzione alternativa. Si parla sempre più spesso di rigenerazione urbana, sarebbe opportuno parlare anche di rigenerazione umana: troppo spesso spazi che vengono sottratti ad attività sociali e culturali per i quartieri e la città vengono poi lasciati abbandonati e per questo non vorremmo rivedere anche in questa situazione la stessa storia.
E’ necessario che, al più presto, venga individuata una soluzione condivisa che assicuri l’esercizio dell’espressione sociale e culturale collettiva che il Centro rappresenta.”
Lo sgombero del centro sociale Buridda ha segnato la fine di una realtà di occupazione, ma apre la strada alla realizzazione di nuovi alloggi per studenti, in linea con gli obiettivi di sviluppo urbano sostenuti dal Pnrr.