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Si torna a parlare di Teatro Pubblico Ligure

Teatro Pubblico Ligure, DECAMERON racconto in tempo di peste

Teatro Pubblico Ligure”DECAMERON” Un racconto italiano in tempo di peste

 

AL TEATRO ROMANO DI FIESOLE 73ª ESTATE FIESOLANA

Giovedì 25 giugno 2020 MAURIZIO FIORILLA

Lectio magistralis LUCIA POLI

Decameron un racconto italiano in tempo di peste

Giovedì 9 luglio 2020

ROBERTO ALINGHIERI

Decameron un racconto italiano in tempo di peste

Giovedì 23 luglio 2020

TULLIO SOLENGHI

Decameron un racconto italiano in tempo di peste

Giovedì 6 agosto 2020

DARIO VERGASSOLA e DAVID RIONDINO

Decameron un racconto italiano in tempo di peste

Info: www.teatropubblicoligure.it

Biglietti: http://bit.ly/decameron_EF20

Teatro Pubblico Ligure torna a fare spettacolo dal vivo in uno tra i luoghi più belli dove incontrare il pubblico, il Teatro Romano di Fiesole, con quattro serate in cui l’attualità trova uno sfondo ideale nella tradizione letteraria. Per il quarto anno consecutivo TPL, fondato e diretto da Sergio Maifredi, è ospite dell’Estate Fiesolana, arrivata alla 73ª edizione. Proprio sulla collina dove lo ha ambientato il suo autore Giovanni Boccaccio, tornerà a vivere il Decameron, uno dei testi più citati in questi ultimi difficili mesi segnati da un’epidemia vera quanto quella narrata fra le sue pagine. Dopo Odissea, Iliade, Eneide, dal 25 giugno al 6 agosto arriva a Fiesole Decameron un racconto italiano in tempo di peste con l’introduzione di Maurizio Fiorilla (25 giugno), professore di Filologia della Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi Roma Tre, e cinque interpreti d’eccezione: Lucia Poli (25 giugno), Roberto Alinghieri (9 luglio), Tullio Solenghi (23 luglio), Dario Vergassola e David Riondino (6 agosto). Il progetto è ideato e diretto da Sergio Maifredi, con la consulenza letteraria di Maurizio Fiorilla, curatore delle edizioni del Decameron per Treccani nel 2011 e per Rizzoli-Bur nel 2013, e il patrocinio dell’Ente Nazionale Boccaccio. Nel 2019 Tullio Solenghi, primo interprete assoluto di Decameron un racconto italiano in tempo di peste, è stato premiato proprio dall’Ente Nazionale Boccaccio e dal Comune di Certaldo, paese natale di Giovanni Boccaccio, durante la prima edizione della Lectura Boccaccii.

Decameron – dichiara Sergio Maifredi – è la festa del racconto, un inno al potere della mente di inventare la vita. Da oltre cinque anni lavoriamo sul primo grande “romanzo” della letteratura italiana per riportarlo alla sua dimensione originaria di racconto che vive nella lettura pubblica condivisa.  Boccaccio stesso leggeva in pubblico il suo capolavoro. Lo facciamo, a Fiesole, luogo perfetto per ritrovarci con Boccaccio, insieme a grandi compagni di viaggio: Lucia Poli, Roberto Alinghieri, Tullio Solenghi, Dario Vergassola, David Riondino. Il palcoscenico su cui si muovono gli uomini e le donne del Boccaccio è il Mediterraneo reale di una società mercantile, miscuglio e groviglio di popoli e di religioni, un mondo che a settecento anni di distanza continua ad essere nostro contemporaneo.

Boccaccio – spiega Maurizio Fiorilla, docente di Filologia della Letteratura Italiana, all’Università Roma Tre – ha il merito di aver elaborato il primo grande progetto narrativo della letteratura occidentale, inserendo i cento racconti in un libro organico capace di rappresentare la varietà e complessità del mondo. A tutti è concessa una storia, dai re agli operai. Nello spazio della cornice una riflessione di elevatissima profondità culturale si proietta per la prima volta sulle storie raccontate e questo fa del Decameron anche un grande libro filosofico.

Il Decamerone è oggi più che mai attuale perché fornisce una risposta positiva alla paura del contagio, controllata se non vinta con il ricorso al racconto e alla cultura. Boccaccio ha descritto un gruppo di giovani che, nella Firenze medievale attraversata dalla peste, si sono riuniti in un castello decidendo di occupare il tempo della quarantena raccontando delle storie. I testimoni cantori di questa tradizione sono oggi cinque artisti – Poli, Alinghieri, Solenghi, Riondino, Vergassola – che, ognuno con il suo stile e con il suo personale timbro ironico, ci guideranno all’esplorazione delle novelle di Boccaccio. Salvatore Battaglia, esperto conoscitore dell’autore trecentesco, ha scritto: “I mercanti, i sensali, i contadini, gli artigiani, i frati bontemponi, i prelati mondani, le suore spericolate, i letterati, gli studenti, assieme ai ricchi borghesi, ai principi, ai cavalieri, alle gentildonne, alle avventuriere: una folla multiforme, vitalissima, incontenibile, i cui individui fanno la realtà, formano il ritmo della vita e il tessuto della società. Un’infinita molteplicità di tipi e di esperienze: la sola che possa aspirare a competere con la versatilità rappresentativa della Divina Commedia”.