“Meglio tardi che mai. Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, fedelissimo di Renzi, a un anno dalle elezioni amministrative nel suo Comune copia la Lega e si affretta a promuovere provvedimenti per dare priorità agli italiani in difficoltà nell’assegnazione delle case popolari invocando il necessario criterio dei 10 anni di residenza.
Speriamo che il primo cittadino di Firenze, Regioni e Comuni italiani imitino pure il sindaco di Cascina (Pisa) Susanna Ceccardi che, tra le altre cose, ha legittimamente preteso la certificazione patrimoniale obbligatoria per chiedere una casa popolare, senza accontentarsi di un’autocertificazione, che nel caso degli immigrati deve essere rilasciata dal Paese d’origine (ambasciata o consolato). Il risultato è che si è passati dal 75% di alloggi assegnati agli stranieri dalle amministrazioni di centrosinistra all’82% di alloggi assegnati agli italiani dalla nuova amministrazione leghista.
Purtroppo, le nostre proposte di buonsenso sono giudicate ‘razziste’ fino a quando il Pd non le fa sue. Infatti, la Lega in Regione Liguria già un paio di anni fa aveva elaborato la proposta di legge del consigliere Stefania Pucciarelli che prevede il criterio dell’obbligo di regolare residenza nel territorio nazionale da 10 anni, oltre ad altri necessari provvedimenti.
Il documento era stato poi integrato in alcune parti dalla giunta Toti, su proposta dell’Assessore regionale Marco Scajola. La legge era stata quindi approvata dal Consiglio regionale con i voti contrari dell’opposizione, inclusi quelli del Pd. Tuttavia, il Pd ligure della fedelissima di Renzi, Raffaella Paita, era salito sulle barricate e il governo Gentiloni aveva impugnato proprio l’articolo di legge che ora l’altro fedelissimo di Renzi vuole adottare per le case popolari a Firenze.
Schizofrenia politica a parte, ancora una volta abbiamo avuto l’ennesima conferma che il Pd a Genova e in Liguria fa solo disinformazione e strumentalizzazioni sulla pelle della povera gente”.