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Siti di incontri, estorsioni ai clienti delle escort: presi sei ‘papponi’ stranieri

Polizia e prostituta (foto di repertorio fb)

La Procura della Repubblica ha ordinato sei perquisizioni a Genova, a carico di altrettante persone indagate, accusate di estorsione e minacce ai danni di utenti di siti di incontri.

Le perquisizioni, nello specifico, sono state eseguite nel territorio di Genova con la collaborazione della Polizia del capoluogo ligure. A conclusione delle perquisizioni, sono stati sequestrati numerosi computer e supporti informatici che saranno ora analizzati.

Secondo quanto ricostruito dall’attivita’ di indagine del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Postale e della Squadra Mobile, il gruppo di cittadini stranieri, residenti in Italia, aveva organizzato un sistema collaudato per estorcere denaro a chi aveva contattato le escort sui siti di incontri.

Le vittime, infatti, secondo quanto appurato, dopo avere contattato le giovani donne online, venivano a loro volta raggiunti da messaggi di minacce da parte di sedicenti “protettori” delle escort.

I “papponi” stranieri pretendevano dagli utenti del denaro. In questo modo, i malcapitati avrebbero evitato conseguenze.

Le indagini sono partite dalla denuncia di un perugino che, nel tempo, era stato costretto a versare circa 3 mila euro per proteggere se’ e i suoi familiari dalle minacce che gli erano state rivolte.

Dagli approfondimenti degli investigatori è emerso che in alcuni casi il modus operandi usato dagli autori delle minacce, operanti sull’intero territorio nazionale, era in sostanza simile.

Si presentavano come “gestori” delle giovani donne presenti sui siti di incontri e, con la complicità delle escort,  inviavano ai fruitori, tramite messaggi nelle chat, una serie di minacce con l’accusa di avere fatto perdere del tempo e quindi introiti alle lucciole, che secondo loro avrebbero dovuto essere “risarcite” con del denaro.