Una storia dei nostri tempi quella di “Aeroplani di Carta”, scritto dalla giovane drammaturga rumena Elise Wilk, che ha debuttato in Prima nazionale mercoledì 30 maggio alle 20,30 alla Sala Mercato, nell’ambito della XXIII edizione della Rassegna di Drammaturgia Contemporanea.
Una storia di ordinaria follia che vede protagonisti sei ragazzi, compagni di scuola, di un istituto in un quartiere popolare in Romania. Il testo della Wilk vuol essere un’ incursione nell’universo sofferente, contraddittorio e violento dell’adolescenza maschile e femminile. Adolescenza dietro la quale ci sta la profonda solutidine dovuta a genitori non presenti o perchè lontani da casa in cerca di lavoro all’estero o, se anche a casa fisicamente, perchè assolutamente sordi alle esigenze dei figli, che scatenano le loro frustrazioni in classe verso i compagni più deboli. Questo è quanto accade al povero “Paperino” appena entrato a far parte di una classe dove il bullo Alex la fa da padrone sia con le donne della classe, che gli sbavano dietro, che con gli amici succubi di quel modo di fare che lo rende un duro inattaccabile. Paperino sopporta, Paperino subisce, Paperino piange, Paperino chiede aiuto ad uno zio che lo ributta nella fossa dei leoni dicendogli “ se sei un uomo te la devi cavare da solo” e a quel punto Paperino “tira fuori le palle” e lo fa a modo suo.
Il modo di farsi giustizia però è quello che leggiamo sui giornali che ci raccontano di stragi terribili ad opera di giovanissimi nelle scuole dell’Oregon, del Texas , della Virginia dove le armi sono legali ed ogni cittadino “per bene” ne ha una nel cassetto.
E così finisce la storia di chi ha fatto violenza verso un compagno perchè a sua volta l’ha subita dentro le mura di casa, di chi vende i suoi baci nell’attesa dell’amore vero, di chi picchia e ruba perchè a casa lo aspetta solo una nonna che vede gli omini verdi sul lampadario, di chi è giovane, ma di questo momento bellissimo della vita non è stato in grado di godersi nulla.
Un racconto amaro senza purtroppo alcuna catarsi finale, il che rende il testo sterile e incompleto anche se ben raccontato da Fiorenza Pieri, in questo caso regista, che usa ad hoc i giovani attori formatisi alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, che sono Francesco Bovara, Roxana Doran, Giada Fasoli, Marisa Grimaldo, Gianmarco Mancuso, Federico Pasquali.
Ma da spettatore (magari stanco di una lunga, pesante e noiosa giornata di lavoro) diciamo la verità, forse sarebbe preferibile andare a teatro per assistere a spettacoli di genere diverso che non mettessero in luce esclusivamente il brutto di una generazione disillusa che non vede un futuro e che si rifugia in droga e violenza per trovare la propria affermazione. Questa è una parte dei giovani di oggi, poi per fortuna ce n’è un’altra che non smette di credere, che fa progetti concreti per il suo futuro, che ama gli altri e che assieme a questi altri va incontro alla vita col sorriso e una grande forza interiore. Che il Teatro Stabile si dia da fare per cercare autori contemporanei che parlino anche di questo, se ci sono, e se non ci sono beh, allora sì che ci troviamo in un’epoca di decadentismo totale.
Francesca Camponero
“Aeroplani di Carta” è in scena alla Sala Mercato fino a sabato 9 giugno con i seguenti orari: da mercoledì al sabato alle ore 20.30. Giovedì ore 19.30. Domenica e lunedì riposo.