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Sono re non per essere servito ma per servire: umile e saggio Carlo esempio per tutti

God save the king: Carlo III d'Inghilterra (foto di repertorio fb)

Londra, 6 maggio. “Sono qui non per essere servito ma per servire”. Con queste umili e nobili parole Carlo III d’Inghilterra oggi ha accettato di essere incoronato re del Regno Unito nell’abbazia londinese di Westminster.

La saggia dichiarazione ha il sapore di un impegno reso consapevole dall’età e dal proprio ruolo in un un mondo e in un Paese che cambiano.

Carlo III è il successore al trono britannico dopo il lunghissimo regno di Elisabetta II. Un’attesa durata sette decenni. E’ il monarca più anziano mai incoronato sull’isola d’oltre Manica.

Oggi ha affrontato il rito dell’unzione, dell’intronizzazione e dell’investitura a 74 anni compiuti, con al fianco la consorte 75enne Camilla, riconosciuta e incoronata senza più remore con l’etichetta di “Sua Maestà la Regina” rispetto allo stigma ormai datato di “rivale” della compianta principessa Diana.

Rito nel quale Carlo, non più giovane ma neppure estraneo a certe sensibilità moderne, ha provato a far fondere gli sfarzi e le radici millenarie di una tradizione dalla quale nessuna monarchia può prescindere a qualche sforzo d’innovazione, di maggiore inclusività, indispensabile per cercare di rispondere alla sfida di un consenso in calo, in particolare fra i sudditi più giovani del Regno Unito.

La cerimonia si è svolta con i crismi della secolare liturgia della Chiesa nazionale d’Inghilterra, dinanzi agli occhi di 2000 ospiti d’onore fra leader politici stranieri (incluso il presidente Sergio Mattarella, alla cui presenza ha fatto eco il messaggio di auguri di Giorgia Meloni dall’Italia), monarchi da tutto il mondo, dignitari britannici e varie personalità.

Come pure decine di migliaia di fan e curiosi accalcati sotto una una pioggia intermittente da perfetta cartolina british sulla strada per Westminster e dai milioni che per la prima volta nella storia hanno potuto assistere all’intero evento in diretta televisiva.

La tradizionale parata militare multietnica e lo show della pattuglia acrobatica della Raf hanno affiancato i reali inglesi nella processione di ritorno dall’abbazia di Westminster verso Buckingham Palace.

Il figlio William sempre in primo piano, vicino ai principini George, Charlotte e all’irrefrenabile Louis, oltre che alla scintillante consorte Kate resa ancor più visibile dall’assenza di Meghan.

E il secondogenito “ribelle” Harry viceversa escluso dal palco, dopo la toccata e fuga solitaria e la presenza alla cerimonia limitata al rito religioso con il “confinamento” in terza fila. Motivo di amarezza anche nel gran giorno del destino, forse, per Carlo III, apparso a tratti sorridente, a tratti pensoso. Confortato comunque dall’ondata di messaggi di felicitazioni e stima ricevuti da quasi tutto il mondo.