Il sindaco di Sori Mario Reffo e la giunta di centrodestra, a trazione leghista, hanno deciso di chiudere l’esperienza di protezione e accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo politico (Sprar) come promesso ai cittadini durante la scorsa campagna elettorale prima delle elezioni per la nuova amministrazione comunale.
L’accoglienza dei rifugiati a Sori era attiva dal 2015 e in questi anni sono diverse le persone che sono passate dall’abitazione della Parrocchia della frazione di Sussisa. Molti di loro ne sono usciti anticipatamente, con un lavoro e una casa propria.
Il piccolo centro ha accolto nuclei familiari con un massimo di otto posti disponibili. Oggi accoglie 4 persone nigeriane, due mamme e due bambini.
Intorno ai rifugiati si è creata una rete di volontari dal nome “Sussisa’s friends”, legati alla società civile sorese e alla Parrocchia di Sori che hanno sostenuto i processi di integrazione e la linea scelta dalla precedente amministrazione di centrosinistra.
“Nel corso di questi anni – spiegano i volontari di Sussisa’s friends – i rifugiati ospitati non hanno mai creato un disagio o un problema per la comunità sorese.
Grazie al sistema SPRAR hanno la possibilità di frequentare la scuola e l’asilo, imparare l’italiano, svolgere attività utili alla comunità, come la pulizia delle strade, oltre a frequentare tirocini e stage per l’inserimento lavorativo.
Storie positive che rischiano di essere spazzate via dal Decreto Sicurezza e dalle decisioni dei sindaci che, limitando di fatto l’utilizzo degli SPRAR, favoriscono l’utilizzo di quei sistemi di prima accoglienza tanto criticati per le condizioni igieniche precarie, l’ammassamento inumano, fino al business messo in atto da clan mafiosi e cooperative ambigue.
Lo SPRAR è un progetto di integrazione, pensato per dare la possibilità a queste persone di ricominciare una vita nel nostro Paese e di arrivare all’autonomia economica e una incoraggiante integrazione sociale, proprio per garantire la sicurezza di tutti”.
“È proprio per mantenere saldi i principi di accoglienza e solidarietà umana che a Sori ̶ puntualizza Ilaria Bozzo, consigliere di opposizione ̶ la comunità è riconosciuta per gli eventi benefici e per la numerosa presenza di associazioni di volontariato, nonostante questa esperienza sia oggettivamente positiva e non rappresenti un costo per il Comune di Sori, la giunta ha scelto di chiuderla con motivazioni poco convincenti di cui la minoranza ha chiesto conto attraverso una discussione in un consiglio comunale straordinario del quale si attende ancora la convocazione”.
A Sori è stata promossa una raccolta firme contro la chiusura dello Sprar locale. Oggi si contano oltre 350 firme raccolte in pochi giorni.
La petizione è stata lanciata anche online raggiungendo 850 firme (questa con un valore più simbolico in quanto la sottoscrizione è arrivata da persone anche da fuori del Comune del Golfo Paradiso).
“Molte persone – ha aggiunto Bozzo – tra cui anziani o giovani, che hanno vissuto in maniera positiva la presenza di queste poche persone incontrate per le vie del paese, si domandano il motivo per cui l’Amministrazione comunale abbia deciso di chiudere le porte di questa struttura.
I consiglieri comunali di opposizione hanno consegnato le firme raccolte al sindaco Reffo e al vicesindaco Cristiano Benvenuto (segretario locale della Lega) i quali non hanno mostrato nessun segnale di ripensamento.
In attesa che si riunisca nuovamente il consiglio comunale, pensiamo ad altre iniziative di informazione e sensibilizzazione con l’intento di promuovere la cultura dell’accoglienza, in un territorio storicamente riconosciuto per questo tipo di sensibilità”. ABov