“In definitiva (ed è ciò che conta in questa sede), in capo agli imputati, nel presente processo, non risulta acclarata alcuna coscienza o volontà di appropriazione di somme erogate dall’ente a titolo di contributo, indirizzate esplicitamente al soddisfacimento di interessi privati.
Per contro, si tratta di spese (quanto alla ristorazione, ma analoghe conclusioni debbono valere anche per quelle di viaggio e rappresentanza) esplicitamente ammesse dal modello di rendicontazione previsto dalle legge regionale, riferendosi appunto, ‘nella totalità’, a colazioni di lavoro con rappresentanti della società civile, a spese di rappresentanza di valore limitato od a viaggi rivestenti natura squisitamente politica (si pensi, a titolo di esempi riferiti a consiglieri di opposte appartenenze idoelogiche, all’iniziativa di Saso per la problematica delle ‘foibe’, a quella di Benzi a Cuba ed a quella di Rixi che percorre il nord Italia per versare nella laguna veneta l’acqua raccolta alle sorgenti del Po)”.
E’ uno dei passaggi salienti contenuto nelle motivazioni della sentenza, raccolte in 104 pagine, depositata ieri dai giudici della Corte d’Appello di Genova che hanno assolto “perché il fatto non sussiste” tutti gli ex consiglieri della Regione Liguria imputati per i bilanci dei gruppi tra il 2010 e il 2012, tra cui l’ex viceministro leghista del Mit Edoardo Rixi (difeso dall’avvocato Maurizio Barabino) che era stato “costretto” a dimettersi dall’incarico a seguito della condanna in primo grado.
Non solo nessun falso e nessun peculato, dunque. Non ci sono mai state neanche le cosiddette “Spese pazze” come quelle per cene e viaggi privati, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini: quelle sostenute dai consiglieri regionali sono risultate tutte lecite.
Spese pazze in Regione, assolti Edoardo Rixi e gli altri imputati: il fatto non sussiste
Inoltre, non si può parlare di “Spese pazze” perché, come recita la sentenza di assoluzione, “in questo processo risultano certamente escluse (e perciò suscettibili di integrare il contestato peculato) le spese totalmente estranee alle tipologie di spesa previste dalla legge regionale o manifestamente irragionevoli o arbitrarie”.
In altre parole, si deve “intendere comunque autorizzata ogni spesa, anche non espressamente indicata, purché funzionale all’attività politica del gruppo (e dei suoi componenti uti singulii)”.
In tal senso “può rientrare nell’attività politica anche quella svolta fuori dall’aula consiliare, ma anche ad ogni altra attività comprensiva a promuovere, mantenere e rafforzare il rapporto con gli elettori … Attività esperibile soprattutto nei momenti liberi da impegni consiliari (pausa pranzo) e di possibile presenza sul territorio con disponibilità di tempo libero da parte dal potenziale interlocutore (cena), caratterizzate in re ipsa dall’assenza di pubblicità”.
“Quanto ad esempio all’iter seguito per il rimborso delle varie spese – hanno aggiunto i giudici – è risultato dall’istruttoria dibattimentale che la segreteria dei vari gruppi raccoglieva le pezze giustificative dei singoli consiglieri, vi era poi l’approvazione ad opera del Capogruppo del gruppo di appartenenza che approvava il rendiconto e lo trasmetteva all’Ufficio di Presidenza ed alla Commissione Rendiconto, che esaminavano (non si trattava di mera formalità …) e approvavano lo stesso sulla base dei principi di cui alla Legge regionale 38/90. Tutte le spese contestate dal Tribunale, appaiono rientrare in quelle ‘connesse all’attività dei consiglieri regionali’, quindi manca il dolo di appropriarsi di danaro non proprio”.
Lo scorso 20 marzo in appello, oltre all’ex capogruppo regionale e attuale deputato genovese della Lega Edoardo Rixi, sono stati assolti anche l’ex presidente del consiglio regionale Michele Boffa (Pd), Antonino Miceli (Pd), Marco Melgrati (FI), Luigi Morgillo (FI), Matteo Rosso (FI), Gino Garibaldi (FI) , Franco Rocca (FI), Alessio Saso (Ncd), l’ex presidente del consiglio regionale e attuale senatore della Lega Francesco Bruzzone, Marco Limoncini (Udc), Armando Ezio Capurro (Noi con Burlando), Aldo Siri (Lista Biasotti), Raffaella Della Bianca (FI), Roberta Gasco (Udeur), Marilyn Fusco (Idv), Giacomo Conti (Federazione della Sinistra), Matteo Rossi e Alessandro Benzi (entrambi in Sel), Matteo Rosso (attualmente in FdI) che aveva patteggiato.