Condannato in primo grado a 3 anni e 5 mesi di reclusione e costretto a dimettersi da viceministro del Mit nel Governo Conte 1, ma per i giudici di secondo grado il fatto non sussiste.
Stamane i magistrati della Corte di Appello di Genova hanno assolto l’ex capogruppo regionale della Lega e attuale deputato genovese della Lega Edoardo Rixi.
Insieme a Rixi sono stati assolti tutti gli altri imputati che erano stati condannati in primo grado per il processo sulle cosiddette “spese pazze” relative ai bilanci dei gruppi in Regione Liguria tra gli anni 2010 e il 2012, in quanto il “fatto non sussiste”.
Rixi e Bruzzone assolti, Lega: concretizzato ciò di cui eravamo convinti fin dall’inizio
In sostanza, il collegio giudicante ha accolto i contenuti delle memorie dei legali difensori e in particolare la logica tesi difensiva predisposta dall’avvocato Andrea Vernazza.
Alla lettura della sentenza erano presenti, tra gli altri, gli avvocati Maurizio Barabino (Rixi) e Chiara Sciacchitano (Bruzzone) che si sono detti soddisfatti del verdetto di assoluzione.
L’avvocato di parte civile per il Codacons Marco Marino ha spiegato di attendere le motivazioni della sentenza, che dovrebbero essere depositate entro 90 giorni.
La lettura del dispositivo di assoluzione si è svolta presso il modulo 5 dei Magazzini del Cotone, luogo utilizzato per l’emergenza Covid al posto del Palazzo di Giustizia genovese.
Spese pazze: condanna per Rixi che si è dimesso dal Governo
Nell’ambito della condanna in primo grado dell’allora viceministro Edoardo Rixi, il giudice, in base alla cosiddetta “legge Severino”, aveva anche disposto e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Tale interdizione scatta nel momento in cui la condanna diventa definitiva.
Oggi con la riforma della sentenza di primo grado è decaduta.
“Assolto! Una assoluzione – ha dichiarato Rixi su Twitter – che conferma quanto sostengo dal primo giorno: il mio comportamento si è sempre distinto per lealtà e correttezza. Il mio obiettivo rimane quello di lavorare senza sosta al servizio della mia regione e del mio Paese”.