Al termine della conferenza stampa di presentazione di Raimonds Krollis, il Chief Football Officer Eduardo Macia e il Direttore Sportivo Stefano Melissano si sono trattenuti con la stampa per fare anche un bilancio sulla sessione di mercato appena conclusa: “Siamo soddisfatti di quanto fatto in questo calciomercato, ma voglio pensare che si possono sempre essere margini di miglioramento. Non possiamo dire che è tutto perfetto, perché il nostro compito è quello di crescere e migliorarci, però posso dire che siamo soddisfatti.
Siamo riusciti a fare tutto quello che sul piano strategico avremmo voluto portare a termine, concludendo la sessione anche in positivo da un punto di vista finanziario. Un bilancio positivo che ci permette di guardare con ottimismo anche alle future sessioni di mercato.
I nostri reparti sono tutti equilibrati, abbiamo aumentato la qualità complessiva della rosa, a cominciare dall’ultimo arrivato Shomurodov, così come con lo stesso Krollis. A centrocampo, l’arrivo di Cipot, di Esposito e Zurkowski hanno apportato quel che mancava in termini di qualità tecniche e fisicità, così come in difesa con la struttura di Wisniewski. Infine l’arrivo di Marchetti ci permette di completare il reparto portieri, che ora può contare anche su tanta esperienza, anche alla luce dell’infortunio di Zoet. Si può sempre migliorare, come detto, ma siamo contenti dei giocatori che abbiamo.
Il mercato di gennaio non è mai semplice per alzare il livello in reparti cruciali come quello offensivo. È un mercato però che può presentare delle opportunità, come nel nostro caso con Shomurodov, operazione che rientra nel tentativo di migliorare i numeri in zona-gol. Eldor è stata una bella operazione, che ha richiesto molta fatica, soprattutto all’inizio, quando il giocatore presentava comunque moltissime richieste. La nostra volontà di portare qui il giocatore, però, era molto molto forte, abbiamo avuto il merito di crederci fino in fondo e alla fine la volontà del calciatore di venire a giocare qui ha fatto in modo che tutto si concretizzasse.
Abbiamo lottato tanto e quindi ora non possiamo che sentirci soddisfatti. Shomurodov era ambito da tante squadre, la cosa bella, ripeto, è che nessuno l’ha spinto a venire qua, ma è il ragazzo che alla fine ha scelto lo Spezia, anche di fronte a tante altre possibilità. Sicuramente il progetto Spezia ha fatto la differenza, un progetto vero e molto ambizioso.
Verde? È un giocatore fondamentale per noi, per le qualità tecniche e carismatiche che ha. È un giocatore di talento, che sa fare la differenza, che sta rientrando passo passo al top della forma e che tante società considerano molto importante. La nostra intenzione è sempre stata quella di trattenerlo qui, perché ripeto lo reputiamo molto importante per gli automatismi di questa rosa, presenti e futuri.
La strategia di mercato è stata quella di acquistare giocatori, in modo da ritrovarceli anche in estate per la preparazione alla prossima stagione. Per questo dico che il nostro non è stato un mercato di riparazione, ma un mercato di costruzione, andando a rinforzare fin da subito l’organico, gettando le fondamenta per il futuro prossimo di questo club.
Noi praticamente dal primo giorno di gennaio avevamo chiaro come impostare tutta la nostra strategia di mercato; le trattative non sono mai facili, ma abbiamo lavorato tanto anche su operazioni sulla carta difficili dato che non eravamo gli unici a volere i giocatori che abbiamo acquistato, ma c’erano grandi squadre dietro questi elementi. La nostra forza è stata riuscire a convincere il calciatore e la nostra convinzione nel poterlo fare, anche quando le difficoltà in alcune operazioni parevano molte.
Ho sempre parlato di identità, il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare una precisa identità alla squadra, a livello di personalità, attitudine, caratteristiche. Ciascun acquisto è mirato a dare il proprio contributo sotto questo punto di vista, dato che sono arrivati calciatori dalla forte personalità e il fatto che si siano da subito integrati alla perfezione nel gruppo lo dimostra. Giocatori stranieri, provenienti da differenti paesi, ma che parlano tutti la stessa lingua, la lingua del calcio.
Posso dire con massima onestà che su Kiwior l’intenzione era quella di trattenere il ragazzo. Però poi c’era da valutare l’opportunità di prestigio per il ragazzo, così come per il Club. Il calciatore non ha mai chiesto di andare via, ha sempre dimostrato massima professionalità e la Proprietà ci ha lasciato sempre grande autonomia, come in tutte le altre decisioni, non spingendo mai, neppure per un secondo, per la valorizzazione: ci hanno lasciato massima libertà di azione.
Non c’era necessità economica di cedere Kiwior. Alle spalle abbiamo una Proprietà molto solida, lo ripetiamo spesso, la famiglia Platek è la nostra garanzia nel momento del bisogno. Con Kiwior o senza Kiwior le operazioni in entrata sarebbero arrivate comunque e lo dimostrano gli acquisti fatti ancora prima che arrivasse la richiesta dell’Arsenal.
La rosa è stata migliorata in ogni reparto, in attacco, a centrocampo, così come anche in difesa, dove abbiamo tante possibili soluzioni. Abbiamo tanti interpreti forti, tanto che abbiamo anche potuto spostare Ampadu a centrocampo, che è sempre pronto a tornare nel pacchetto arretrato. Amian può fare il terzo di difesa, ma anche il quinto, poi ci sono Nikolaou e Caldara che stanno crescendo tantissimo. È arrivato Wisniewski che ha tanta fisicità e capacità di impostazione dal basso, le soluzioni non mancano e siamo convinti del valore dei nostri interpreti”.