Le Aquile proseguono nella preparazione in vista della sfida di sabato al Frosinone; nel consueto incontro con gli organi di informazioni il metronomo aquilotto Juan de Dios Prados Lopez, per tutti Juande, ormai alla sua terza stagione in bianco, uno dei migliori nel pareggio contro la capolista Empoli:
“Quest’anno sicuramente è stato difficile a livello personale; a gennaio ho risolto i miei problemi e sono tornato in squadra; dopo il rientro post sosta natalizia, il mio unico pensiero era lavorare, a testa bassa.
Quando il mister ha voluto darmi l’opportunità di tornare in campo, credo di averla colta, di aver dato il mio contributo. Mi aspetto di migliorare ancora da qui alla fine. Fisicamente sto benissimo, ho lavorato tanto, fatto tanti sacrifici, rinunciando anche ad un singolo pezzo di cioccolato per dare tutto. Mi manca ancora accelerazione e forza, ma mi sento in crescita. Dopo i 30 anni si cambia tanto, anche l’arrivo di mio figlio mi ha cambiato, in meglio, nelle abitudini, sempre più sane.
Le mie caratteristiche sono queste, non sono fortissimo fisicamente, mi piace lavorare per la squadra, lavorare con la palla. Sono dispiaciuto perché abbiamo lasciato per strada qualche punto, ma siamo in crescita e vogliamo continuare a dimostrarlo fino alla fine.
A fine gara sabato la squadra era arrabbiata, abbiamo concesso solo due tiri ad un signor avversario; peccato aver preso il gol del pari, ma non ci siamo arresi e fino all’ultimo abbiamo sfiorato la vittoria. Sarebbe stato bellissimo tornare a vincere al Picco e farlo contro la capolista sarebbe stato ancor più importante.
Reduci da un periodo di calo? Il calcio è un gioco di squadra, non si può essere sempre al massimo; chi stava fuori spingeva per dare il suo contributo, già a Bari si è visto; a Perugia abbiamo fatto male, ma abbiamo risposto alla grande nelle ultime due partite.
Credo che tutti in questo gruppo siamo alla pari, sullo stesso livello; ognuno ha le sue qualità, lavoriamo tutti i giorni per dare il massimo, poi il mister sceglie chi sta meglio, per il bene della squadra, non del singolo.
Obiettivi? Non si può cambiare il pensiero di una squadra, sono le partite a farlo; arriviamo a 50, poi normale che la squadra avrà fame per raggiungere qualcosa di più, per raggiungere i playoff, per fare qualcosa di importante; questo è un gruppo, sano, forte. Anche adesso che siamo fuori dai posti playoff, non vorrei essere in nessun’altra squadra, ho piena fiducia in questo gruppo. Se siamo al top possiamo vincere contro tutti, lo abbiamo dimostrato tante volte.
A livello di modulo mi trovo bene a tre, ma non ho problemi anche a due; rispetto al mio primo anno, questa squadra è molto diversa, proprio per caratteristiche; questa ha più ritmo, più lotta, con il primo Bjelica avevamo più possesso. Dipende dalle caratteristiche dei giocatori e dipende anche dall’interpretazione della singola gara. Rispetto all’avversario una squadra cerca di giocare le proprie carte per vincere.
Il contratto? Non è una pressione essere in scadenza, è uno stimolo in più; mi piacerebbe rimanere, ma non sarà certo un problema se così non sarà, fa parte del nostro mestiere.
L’importante è l’oggi, voglio giocare e vincere, già da sabato, dal Frosinone, contro avversari sulla carta più forti di noi; ma con umiltà si può arrivare a tutto, non possiamo lasciare nemmeno un centimetro”.