Accusato di tentata violenza sessuale, un militare egiziano torna nel suo Paese ed evita l’arresto. E’ accaduto nei giorni scorsi alla Spezia.
Il caso è stato oggetto dell’interrogazione presentata in Parlamento dal deputato di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che si batte per la liberazione del ricercatore dell’Università di Bologna Patrck Zaky, detenuto in Egitto.
Secondo quanto riferito, il marinaio egiziano, che si trovava alla Spezia assieme ad altri commilitoni in attesa della consegna di una delle fregate “Fremm” vendute dall’Italia al Paese nordafricano, dalla fine dello scorso marzo era entrato nel mirino di carabinieri e procura per una tentata violenza sessuale ai danni di una giovane, presumibilmente commessa in un solarium della città portuale ligure.
Tuttavia, quando gli investigatori dell’Arma si sono recati nell’hotel in cui alloggiava da settimane per notificargli un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari, non l’hanno trovato.
Il marinaio egiziano aveva già abbandonato il Paese perché “richiamato in Egitto”. Almeno secondo quanto raccontato da alcuni suoi commilitoni.
“Quanto avvenuto – ha dichiarato Fratoianni – ha dell’incredibile e necessita di chiarimenti precisi. Gli inquirenti sono stati rassicurati dall’impegno del militare di rimanere a disposizione delle autorità, ma venerdi scorso i carabinieri si sono presentati nell’albergo scoprendo che il militare è scomparso ed è tornato tranquillamente in Egitto.
Una vicenda assolutamente sconcertante, e lo è ancora di più se pensiamo a quanto finora accaduto con Il Cairo sulle indagini per l’omicidio di Giulio Regeni. O per quanto sta accadendo da un anno al giovane Patrick Zaky.
E noi in Italia ci facciamo fregare da un militare di quel regime in questo modo?
Chiederemo ai ministri Lamorgese, Cartabia e Guerini cosa è davvero accaduto e cosa intendono fare ora”.