La giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni oggi ha respinto per la seconda volta la richiesta di attenuazione della misura cautelare per Aldo Spinelli, l’imprenditore portuale ai domiciliari da martedì 7 maggio per corruzione.
L’84enne genovese ha chiesto, tramite i suoi avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, la sostituzione della restrizione con una misura interdittiva.
I pm Federico Manotti e Luca Monteverde hann dato parere negativo e così per la gip ci sarebbe ancora un “attuale pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove”.
Dalle analisi dei telefonini sono emersi recenti incontri e accordi su dazioni di danaro con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (anche lui ai domiciliari).
Il riferimento è all’incontro che i due hanno avuto, tra il 23 e il 24 marzo, al Principato di Monaco.
Al rientro da quell’incontro, Toti parla con la sua segretaria Marcella Mirafiori della volontà di Spinelli di aderire alla cena di raccolta fondi a Villa Lo Zerbino, corrispondendo l’importo per la partecipazione di 10 persone (pari, quindi, a 4.500 euro, tenuto conto che l’importo minimo a persona era pari a 450 euro).
Tutti soldi tracciati e rendicontati in modo regolare per l’attività politica-elettorale dell’uomo-partito, che tuttavia per la gip sarebbero un elemento sufficiente per la reiterazione del presunto reato.
“Particolarmente significativo – ha affermato la gip – è il fatto che, nel corso della predetta conversazione, Toti, evidentemente sulla base di preventivi accordi sempre con lo Spinelli, faceva riferimento a una somma che avrebbe ricevuto dall’imprenditore, ulteriore rispetto a quella ‘ufficiale’ della partecipazione alla cena elettorale”.
I legali difensori di Aldo Spinelli hanno riferito che presenteranno ricorso ai giudici del Tribunale del Riesame e, ove necessario, a quelli della Corte di Cassazione.