Come avevamo anticipato, questa mattina la Polizia ha eseguito 9 perquisizioni nei confronti di altrettanti soggetti, indagati per istigazione a delinquere e atti persecutori in concorso aggravati dall’utilizzo di strumenti telematici o informatici, poiché accusati di aver perseguitato, molestato e minacciato, in maniera reiterata e collettiva, il virologo Matteo Bassetti sulla sua utenza telefonica.
Inoltre, sono state denunciate altre 27 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, per molestie, diffamazione e minacce nei confronti del medico genovese.
Il prof. Bassetti, considerato dai sostenitori della causa “no vax” come simbolo mediatico della campagna vaccinale anticovid, è stato individuato come bersaglio da “colpire” e dunque, dopo la pubblicazione del suo numero telefonico sul canale Telegram “Basta dittatura” da parte di un utente, sono iniziate le azioni vessatorie nei suoi confronti.
L’attività investigativa, partita dopo le querele presentate dal medico e diretta dalla Procura di Genova, è stata condotta dalla Sezione Investigativa della Digos di Genova, e si è concentrata su un gruppo di soggetti che, nei canali Telegram frequentati dalla frangia contraria ai vaccini ed all’obbligatorietà del “Green pass”, ha pianificato, organizzato e posto in essere le condotte oppressive contro Bassetti, dando vita al fenomeno del cosiddetto “gang stalking”.
Lo stalking di gruppo, consiste in un’azione persecutoria ai danni di un “individuo bersaglio” che si realizza attraverso un insieme di atti ostili (anche non singolarmente imputabili come reati) ma che nell’insieme risultano lesive per la vittima.
Nel caso del prof. Bassetti, ci si è trovati di fronte ad una tipologia di stalking “telematico” o “cibernetico”, messo in pratica mediante azioni ripetute al telefono, sulle app di messaggistica e sulle piattaforme social.
In particolare, si è trattato di una sequenza di molestie simultanee e sincronizzate, mediante telefonate e invio di messaggi (sms o istantanei), effettuate da un gruppo definito di persone, le quali poi hanno dato dimostrazione del loro operato nei canali “Telegram” di riferimento.
Alcuni degli “stalker”, che hanno agito dopo una precisa disposizione, hanno tentato di celare la propria identità dietro profili “fake” e false utenze, ed hanno posto in essere una campagna vessatoria nei confronti di Bassetti.
Così, mosso dal timore per l’incolumità propria e della sua famiglia, il noto infettivologo si è rivolto alla Polizia, che è riuscita ad identificare parte dei responsabili.
Così nella giornata odierna, le Digos di Genova, Avellino, Lecce, Milano, Modena, Napoli, Parma e Trento, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e con l’ausilio del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno eseguito le perquisizioni, sequestrando numerosi dispositivi telematici e copioso materiale informatico che andrà al vaglio degli inquirenti.
Peraltro, l’attività investigativa non è conclusa: sono in corso di identificazione decine di altri soggetti che si sono resi autori di condotte persecutorie nei confronti del Bassetti.