Starship, ritornata a volare con buoni risultati per SpaceX.
La missione Integrated Flight Test 2 (IFT-2) SpaceX alle 14:02 ore italiane di sabato 18 novembre, ha lanciato per la seconda volta il suo vettore pesante Starship. Il decollo, a lungo atteso, è avvenuto a circa sei mesi di distanza dal precedente tentativo. (SpaceX è il nome dell’azienda aerospaziale di Elon Musk.
Questo lancio ha regalato emozioni e immagini che si fisseranno indelebilmente nei ricordi delle odierne generazioni di appassionati, analogamente a quelle dei decolli delle missioni lunari Apollo negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.
Il test è durato poco più di 8 minuti ed è terminato con la perdita prematura sia di Booster 9 sia di Ship 25, avvenute a causa dell’attivazione del sistema di terminazione del volo (FTS).
Booster 9 è esploso poco dopo lo staging, mentre Ship 25 ha proseguito la sua corsa quasi fino alla fine della traiettoria programmata, raggiungendo 149 chilomertri di quota e i 24.000 chilometri all’ora.
Le numerose dirette streaming del lancio, a partire da quella ufficiale disponibile su X per finire a quelle delle troupe semiprofessionali presenti sul posto, ci hanno regalato immagini assolutamente memorabili e straordinarie, anche grazie ai giochi di luce creati dal sole all’alba.
Può considerarsi un successo o un fallimento?
Parlare di insuccesso è ingiusto. IFT-2 è stato un volo di test, il cui scopo primario non era recuperare l’hardware ma raccogliere dati e telemetria, indispensabili per capire cosa ha funzionato come da attese e cosa invece necessita di ulteriore lavoro.
Il contesto perfetto nel quale un guasto si può manifestare è proprio quello delle missioni di test, che sono veri e propri investimenti in ricerca e sviluppo. In questi casi la distruzione del veicolo è del tutto accettabile se si raccolgono i dati relativi, mentre sarebbe un danno economico e di immagine se avvenisse a vettore operativo, in una missione con clienti paganti.
Le buone notizie per SpaceX.
Un rapido confronto tra IFT-1 e IFT-2 è sufficiente per mettere in evidenza i numerosi passi avanti fatti negli ultimi mesi. Non si tratta solo di miglioramenti incrementali, ma in alcuni casi di veri e propri balzi in avanti che fanno ben sperare per la prossima iterazione delle missioni di sviluppo di Starship.
Lo scorso aprile il decollo della missione IFT-1 aveva letteralmente demolito la rampa di lancio, con detriti cementizi di varie dimensioni scagliati a chilometri di distanza tra le proteste delle associazioni ambientaliste.
Alcuni detriti avevano quasi sicuramente colpito la zona motori del razzo contribuendo al malfunzionamento del primo stadio. SpaceX aveva ampiamente sottovalutato l’impatto distruttivo che la mancanza di un sistema di soppressione a diluvio d’acqua avrebbe causato.
Gli ingenti lavori di adeguamento e riparazione della rampa, durati svariate settimane, avevano incluso l’installazione di una “doccia rovesciata” capace di creare un cuscinetto d’acqua sufficiente sia a smorzare le vibrazioni generate dai 33 Raptor, sia a contenere l’azione meccanica di vibrazioni e gas incandescenti.
Le foto post-lancio della rampa che arrivano da Boca Chica sono decisamente rassicuranti. Il sistema a diluvio d’acqua sembra aver svolto egregiamente il suo lavoro, con danni alla rampa molto contenuti e non diversi da quelli osservabili sulle rampe gestite da altri operatori del settore. ABov