“Migranti in container vicini al mare e campo sportivo di Cavi di Lavagna tolto alla collettività per far spazio a un centro di accoglienza. Quando si ribellano anche i residenti, bloccarli si può”.
Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale Giovanni De Paoli (Lega).
“Mi sembra giusto – ha spiegato De Paoli – fare un plauso ai giudici del Tar della Liguria perché non si sono fatti tirare per la toga dal Commissario prefettizio che amministra il Comune di Lavagna, né dai buonisti che gestiscono il business migranti.
I magistrati, dopo la sospensiva dell’anno scorso, hanno infatti accolto il ricorso dei 163 residenti spiegando, in sostanza, che l’iter amministrativo per realizzare il centro di accoglienza era irregolare perché, nonostante la presunta emergenza, la pianificazione del territorio non può essere sovvertita nei suoi procedimenti. Invero, l’originaria destinazione a uso agricolo o a servizio sportivo avrebbe dovuto essere dapprima modificata nei modi di legge.
Oltre al fatto che sia inaccettabile togliere uno spazio ai residenti per lasciarlo al business migranti e al degrado, appare grave che il Comune retto da un Commissario prefettizio non sia stato in grado di realizzare un’opera (sembra da 40mila euro più le successive spese legali) senza arrecare eventuali danni alla cittadinanza.
Purtroppo, occorre anche ricordare che il Commissario prefettizio non ha avuto la stessa sensibilità nei confronti delle famiglie di Lavagna e del Tigullio quando gli è stato chiesto di investire nella scuola alberghiera, come a mio parere avrebbe invece dovuto fare con uguale se non maggiore entusiasmo.
La scuola prepara i nostri giovani per inserirli nel mondo del lavoro ed è la sola di questo tipo nel nostro Comprensorio, dove il settore turistico è trainante per lo sviluppo del territorio.
Altro che investire nel business migranti e ostinarsi a fare pasticci a svantaggio dei residenti, peraltro con soldi pubblici”.