Storie di un cantastorie, a Chiavari nell’Auditorium San Francesco, domenica 27 Marzo alle ore 17 con Alessio Zirulìa e Rita Castaldo
Storie di un cantastorie, a Chiavari nell’Auditorium San Francesco, con le canzoni eseguite dal vivo da Laura Merione (violino) Marco Raso (fisarmonica) Mauro Barbieri (voce) scene e costumi Giorgio Panni Giacomo Rigalza regia Daniela Ardini produzione Lunaria Teatro
Alessio Zirulìa ha vinto il Premio Hystrio alla Vocazione 2021
La famiglia Cereghino fu molto attiva alla metà dell’800 sia nella diffusione delle ballate popolari sia nella propagazione del credo evangelico-valdese. Originaria della frazione Castello nel comune di Favale di Malvaro, in Fontanabuona [ai margini sud-orientali delle Quattro Province], la famiglia di cantastorie, popolarmente soprannominata gli “Sciallin”, operava esibendosi nelle piazze di città e borghi, spesso durante fiere e mercati.
I loro itinerari sono stati trascritti e ci permettono d’individuarne gli spostamenti, i periodi, le date, i luoghi delle esibizioni.
Dopo aver effettuato il treppo, imbonimento per richiamare l’attenzione del pubblico, venivano cantate le canzoni e venduti i fogli volanti dove erano trascritti i testi: questo permetteva di ricantare le canzoni acquistate dai clienti. Questa caratteristica ha restituito un repertorio e una buona quantità di fogli volanti.
I Cereghino ebbero l’idea di utilizzare alcuni brani della Bibbia nella composizione delle loro canzoni. Ma non era semplice procurarsi quel testo. Trovarono soltanto, dopo molte ricerche, la Bibbia tradotta dal Diodati e incominciarono a leggerla in casa.
Il loro parroco proibì quella lettura e arrivò a proibire loro di partecipare alle Funzioni e successivamente si rifiutò di unire in matrimonio un giovane della famiglia, Giuseppe Cereghino con una giovane di fede cattolica, Vittoria Costa. Nel frattempo Stefano Cereghino, il capofamiglia, era entrato in contatto con la Chiesa Valdese.
I due giovani innamorati cercarono di utilizzare per sposarsi il “modo alla Renzo e Lucia” e convinti di esservi riusciti, iniziarono a vivere insieme. La loro condotta fu oggetto di un lungo, incredibile processo che coinvolse anche altri membri della famiglia.
Questa vicenda – documentata dagli atti del processo e dalla voce dei protagonisti (lettere del Parroco e documenti degli stessi Cereghino) – viene raccontata con i modi stessi dei cantastorie girovaghi in una scena che rappresenta una festa paesana, con bancarelle, luminarie di carta, bandierine che soffiano al vento.
Negli anni ’70 il gruppo musicale “Musicaio” di Chiavari, trovò i testi e le musiche delle canzoni dei Cereghino e nello spettacolo questo materiale originale, dialetto ligure, viene proposto dal vivo.