Nell’agosto dell’anno scorso anno aveva preso un grosso sasso e, senza motivo, aveva inferto una ventina di colpi contro una donna che stava seduta su una panchina ai giardinetti 10 maggio 1909 di Genova Struppa e stava parlando al telefono con il marito.
La vittima dell’aggressione era finita in coma, anche se, per fortuna, le sue condizioni erano poi migliorate.
Si tratta di un 34enne italiano, senza fissa dimora, all’epoca dei fatti fermato dalla Polizia, che nei giorni scorsi è stato prosciolto dalla gup Angela Nutini e quindi non finirà in carcere.
Secondo la giudice genovese l’indagato non è capace di intendere e di volere.
La sentenza si è basata sull’analisi della perizia e delle consulenze psichiatriche.
Per i consulenti del Tribunale di Genova il 34enne avrebbe “un disturbo schizotipo di personalità” che lo porterebbe a una seminfermità mentale.
L’indagato aveva riferito di avere agito con quella violenza “perché sentiva delle voci”.
Il pm Luca Monteverde ha chiesto la condanna. La Procura generale e la parte civile hanno annunciato ricorso in appello.
Il 34enne, nel frattempo, è stato collocato in una Rems.