L’Aeroclub Lunense al centro di un’iniziativa che emoziona
Appuntamento di grande rilevanza aeronautica per la sicurezza del volo, ma anche e forse soprattutto evento ricco di umanità e solidarietà quello presso lo storico Aeroclub Lunense, eccellenza italiana del volo e del quale è presidente il mitico comandante Lorenzo Lepore, ex Alitalia ed ora in flotta di Poste Italiane, examiner e istruttore di volo.
Protagonista dell’iniziativa un’altra icona del mondo aeronautico nostrano, Maurizio Costa, anch’egli ex Alitalia, Neos, Cargolux, attualmente senior examiner per Enac, l’ente nazionale del volo e con molte qualifiche all’attivo, che terrà un briefing teorico e quindi effettuerà una serie di voli con piloti privati per insegnare sicurezza nel volo nell’aviazione generale.
Seminario che si svolge presso l’aeroporto di Luni ed organizzato appunto dal Club del volo lunense.
Tecnica utilissima e praticamente indispensabile per chi ama volare ed allo stesso tempo solidarietà per chi soffre, dal momento che i costi pagati dai piloti per i voli, ridotti al minimo, saranno raccolti e devoluti all’Associazione “Nadia Valsecchi”, che è collegata al San Raffaele di Milano, fornendo risorse importanti per cure e ricerche sul tumore al pancreas.
Associazione benemerita che è stata voluta e creata da Francesca, figlia della scomparsa Nadia Valsecchi cui l’ha intitolata.
Un seminario dunque che porta all’incontro tra un concreto aiuto per combattere una terribile malattia e il fantastico mondo del volo, tanto più bello quanto maggiormente sicuro.
E che vede come docente il comandante Costa, pilota eccezionale ma pure uomo di grande umanità e che, spiega di essere particolarmente sensibile al tema, avendo avuto un problema per la figlia quando questa era molto giovane ed oggi affermata scienziata negli Usa.
E nel gruppo di queste persone generose e di grande intelletto e capacità, occorre annoverare Silvia Palmieri, proprietaria del Cap 10, aereo acrobatico monomotore biposto, sul quale effettuerà i voli per la sicurezza Maurizio Costa.
La donna, pilota privata, era comproprietaria dell’aereo Cap 10 con il marito ed alla scomparsa del coniuge ha scritto sulla coda del velivolo il nome dell’uomo, Matteo, ed in sua memoria concede l’aereo per queste iniziative di fare del bene ed insegnare a risolvere situazioni difficili che si presentassero tra le nuvole ad un pilota.
“Il corso – spiega Costa – è utile per imparare a saper superare situazioni di difficoltà in cui dovesse trovarsi un pilota qualora l’aereo, per varie cause, finisse in situazioni non intenzionali e quindi potenzialmente pericolose”.
Il comandante e istruttore ricorda il caso clamoroso dell’aereo Air France in volo sull’Atlantico e precipitato in mare nel 2009 con oltre 200 morti: “da allora – dice – l’Icao, ente internazionale del volo, obbliga i piloti di linea ad effettuare questi corsi per superare eventuali situazioni critiche. La statistica mondiale degli aerei di linea ha definito infatti come causa principale di incidenti la perdita del controllo dell’aereo per situazioni inusuali.
Per questo occorre saperle affrontare e superare”. “Ho pensato allora di estendere questi corsi anche ai piloti privati, che volano per passione o per turismo”, specifica il comandante.
Con il valore aggiunto encomiabile del fine solidale; i piloti che parteciperanno al corso pagando il prezzo del volo andranno a portare risorse per salvare vite umane.
“Sono molto orgoglioso di poter portare avanti questa iniziativa – sottolinea Costa – una strada importante e un aspetto positivo per la sicurezza del volo. Mi fa piacere, nella parte finale della mia carriera, poterla chiudere con il fine di aumentare la sicurezza volo seguendo i dettami di enti internazionali ed estendendoli all’aviazione civile”.
Poesia del volo e del bene con concretezza si potrebbe dire. Ed iniziativa geniale del club del volo dell’estremo Levante ligure che vede nel presidente Lorenzo Lepore l’attore di un’instancabile serie di iniziative particolari e geniali. E che trovano ottima sponda in Costa e nella generosa signora Silvia, proprietaria del piccolo gioiello acrobatico. Dino Frambati