Verrà sentito domani come persona informata dei fatti l’avvocato Andrea La Mattina, membro del comitato portuale in rappresentanza di Regione Liguria, considerato uno dei super testimoni nell’ambito della maxi inchiesta che martedì 7 maggio, a un mese dalle elezioni europee e amministrative, ha portato agli arresti il governatore ligure Giovanni Toti (ai domiciliari), l’imprenditore portuale Aldo Spinelli (ai domiciliari), l’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale amministratore delegato (sospeso) di Iren Paolo Emilio Signorini.
La Mattina sarà probabilmente sentito in particolare sul rinnovo della concessione trentennale del Terminal Rinfuse data a fine 2021 a Spinelli per cui Toti, accusato di corruzione elettorale, avrebbe ricevuto finanziamenti elettorali per 74mila euro (regolarmente tracciati e spesi per l’attività politica in modo rendicontato e regolare).
Ossia, per i pm, la presunta mini “tangente” su un affare che poi avrebbe fruttato alla famiglia Spinelli un “premio” di 50 milioni, di cui “30 cash”.
Il membro del comitato portuale in rappresentanza del Comune di Genova Giorgio Carozzi ha già spiegato agli inquirenti di “non avere ricevuto pressioni da nessuno”, di avere votato a favore “in scienza e coscienza” secondo cinque motivi tecnici elencati ai pm e che l’imprenditore portuale “voleva 50 anni, poi è sceso a 40 anni e la vicenda si è chiusa a 30 anni”.
Se La Mattina confermerà, sostanzialmente, di non avere nemmeno lui ricevuto pressioni da nessuno e di avere votato a favore in scienza e coscienza, l’indagine su Toti perderà un altro pezzo importante.
Secondo il teorema della pubblica accusa, infatti, ci sarebbero state pressioni affinché i due votassero a favore del rinnovo della concessione.
Rino Canavese, membro del comitato portuale in rappresentanza del Comune di Savona, era stato l’unico a votare contro.
A Spinelli 50 milioni (30 cash) ma a Toti 74mila euro. Che razza di tangente é?