Tutti i nostri timori, si stanno concretizzando in una triste e incombente realtà per i lavoratori del Carlo Felice
L’eventuale ulteriore applicazione del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) dopo l’estate, per motivi non strettamente legati alla pandemia, oltre che uno smacco per i lavoratori che sono sempre stati disponibili e pronti all’occorrenza a lavorare anche in piena emergenza Covid potrebbe essere il colpo di grazia per un teatro che non ha ancora una programmazione artistica, mentre le altre fondazioni liriche italiane sono nel pieno della ripresa.
L’annunciato ma non ancora pervenuto aggiornamento al bilancio previsionale richiesto dal Commissario Straordinario del Governo Gianluca Sole entro il 30 maggio non è ancora stato portato all’attenzione del Consiglio di Indirizzo. La mancata presentazione della prossima stagione artistica, almeno in anteprima, e gli accenti del Commissario Sole evidenziano le difficoltà finanziarie ed economiche del Carlo Felice più volte rimarcate dalla Fistel Cisl ma sempre negate dalla Fondazione, che fanno temere per la continuità aziendale. A pagare le incapacità delle conduzioni che si sono succedute negli anni non possono essere sempre e solo i lavoratori.
Utilizzare il FIS in autunno, se veramente necessario, è comunque tardivo, dannoso e pericoloso in una ottica di ripartenza. Nel frattempo le altre fondazioni lirico-sinfoniche oggi ripartono, mentre qui il futuro è a dir poco incerto.