
Il teatro dell’Oratoria che rafforza l’arte della parola dal 23 al 24 ottobre nel Salone della Biblioteca del Dipartimento di antichità, filosofia e storia in Via Balbi 4
“Il Teatro dell’Oratoria: parole, immagini, scenari e drammaturgia nell’oratoria antica, tardoantica e medievale”; un convegno internazionale che metterà a fuoco aspetti visuali e di mise en scène della performance oratoria che, rispetto alla vera e propria actio normata dalla manualistica retorica antica, risultano collaterali ma non meno efficaci.
Il convegno farà spazio anche a occasioni di comparazione con il potere persuasivo delle immagini nel processo moderno: esempi molto conosciuti, come il caso Cucchi e il processo per la strage di Viareggio, sono indicativi della forza che le immagini e i gesti possono avere nel rafforzare il significato delle parole.
Si tratta di strategie persuasive ‘irregolari’, come l’utilizzo di oggetti, l’esibizione di immagini, la scelta e l’enfatizzazione di scenari per la performance, la vera e propria gestione attoriale dei testimoni: tutti elementi di solito trascurati negli studi tradizionali sull’oratoria antica.
Si analizzeranno queste tecniche spettacolari, spesso mutuate dal teatro, non solo in tutte le tre categorie dell’oratoria (oratoria epidittica, deliberativa e soprattutto giudiziaria), ma anche attraverso l’ottica congiunta degli studiosi di letteratura e oratoria antica e degli storici del diritto antico, presso cui vi è negli ultimi anni un interesse crescente per le tecniche argomentative e persuasive messe in atto durante i processi non solo attraverso la comunicazione verbale, ma anche attraverso efficacissime strategie visuali.