Teatro Festival in una notte d’estate. Lunaria percorsi sulla luna martedì 16 e mercoledì 17 luglio alle ore 21.15 in piazza san Matteo presenta la Prima nazionale di Vincenzo Consolo con Pietro Montandon, tecnico luci e fonica Luca Nasciuti, costumi Maria Angela Cerruti, scene Giorgio Panni e Giacomo Rigalza regia Daniela Ardini.
Lunaria: Uno dei testi più ricchi di suggestione della drammaturgia contemporanea e insieme un capolavoro della letteratura del Novecento. Questo è Lunaria, favola scritta da Vincenzo Consolo, vincitrice nel 1985 del Premio Pirandello, realizzata in prima nazionale da Daniela Ardini e Giorgio Panni nel 1986 e successivamente realizzata in molte versioni in Italia e all’estero.
La storia. A Palermo il Viceré sogna la caduta della luna e la luna cade davvero in una remota contrada senza nome. Il fenomeno è oggetto di molte astruse congetture da parte di diversi personaggi che circondano il malinconico Vicerè (la moglie Dona Sol, i Ministri, gli Accademici dell’Accademia dei Platoni Redivivi…). Anime pure sono i villani della remota contrada senza nome (che parlano un dialetto di origine nordica nel cuore della Sicilia) che fanno il funerale alla luna e ne portano un pezzo al Viceré.
E quando il Vicerè raggiunge la remota contrada l’astro risorge, ma mancante di un piccolo pezzo… E la contrada senza nome – dove rimane ancora il bisogno di poesia – avrà finalmente il suo nome! La lingua. Consolo con Lunaria inventa il suo stile, la sua prosa poetica. Ma Lunaria è sempre una favola, la favola della luna, che vuole far sognare il pubblico nell’anno che celebra la “conquista” umana dell’astro poetico.
L’attore Pietro Montandon per lunghi anni interprete nella compagnia Mummenshanz, con Lunaria Teatro straordinario interprete di Maruzza Musumeci di Andrea Camilleri e de Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello.
Così Cesare Segre commenta questa Prima: “Uno dei lavori più mirabili di Consolo, Lunaria (1985). In esso c’è un abbandono pieno all’invenzione. Invenzione tematica e invenzione formale. Il libro non è certo un romanzo, ma appartiene piuttosto a un “genere che non esiste”, a un conato di teatralità divertita fra entremés alla spagnola e teatrino delle marionette.” ABov