Al Teatro Modena, dal 4 al 7 aprile, Ambra Angiolini è la protagonista di Oliva Denaro.
La pièce, per la regia di Giorgio Gallione, in collaborazione con la stessa Angiolini, è tratta dall’omonimo libro di Viola Ardone e racconta la storia di Franca Viola, la ragazza siciliana che negli anni ‘60 fu la prima a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”.
Il romanzo ricostruisce quella vicenda attraverso il personaggio di Oliva. In scena c’è una donna che ripercorre la propria storia, dall’infanzia all’adolescenza fino al momento in cui, dopo aver subito violenza, rifiuta le nozze riparatrici.
Si rammenta che, fino al 1981 (sic), nonostante la vicenda di Franca Viola avesse suscitato un grande scalpore e un ripensamento del diritto sul reato di stupro, la legge italiana stabiliva che l’autore dello stupro poteva estinguere la condanna sposando la vittima della violenza, anche minorenne. Una legge barbara che incoraggiava la violenza e il sopruso, figlia di una società convinta che “La femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”. Una legge dura a morire, che definiva lo stupro reato contro la morale e non contro la persona, come fu rubricata in seguito.
Con una scrittura limpida, poetica, teatrale, Oliva Denaro diventa la storia di tutte le donne non particolarmente educate a ritenersi libere, che ancora oggi temono di essere costrette ad accettare il matrimonio con un maschio arretrato e violentatore.
Ambra Angiolini dichiara che solo nel finale sono state inserite parole di Franca Viola tratte dalle sue interviste,” una parte di verità legale”.
«Questa è una storia al femminile singolare – aggiunge il regista Gallione – che si trasforma progressivamente e quasi eroicamente in un canto di libertà».
Giovedì e sabato lo spettacolo inizia alle ore 19.30, venerdì alle 20.30. Domenica, oltre alla pomeridiana delle ore 16 è stata aggiunta una recita straordinaria che inizia alle 20.30. Durata dello spettacolo un’ora e 20′.
Scene e costumi Guido Fiorato, musiche Paolo Silvestri, luci Marco Filibeck
Produzione Agidi, Goldenart production. Elisa Prato.