La peste, da Omero al Covid , a genova fino al 15 ottobre 2020 Palazzo Tursi, Palazzo Reale, Palazzo San Giorgio
Martedì 22 settembre, ore 21.00 Palazzo Tursi, via Garibaldi 9
IL VIRUS GRANDE URBANISTA
Riflessione su “L’urbanità italiana in tempo di peste”
STEFANO FERA
La prima cosa che la peste portò ai nostri concittadini fu l’esilio.
Albert Camus
Il terzo appuntamento dei XIII Dialoghi sulla rappresentazione dedicati quest’anno a “La peste, da Omero al Covid”, prodotti da Teatro Pubblico Ligure con la direzione artistica di Sergio Maifredi, è martedì 22 settembre (ore 21) a Palazzo Tursi (via Garibaldi 9, Genova) con l’intervento di Stefano Fera “Il virus grande urbanista”. Si tratta di una riflessione su “L’urbanità in tempo di peste” che l’architetto ha sviluppato durante il lockdown e proposto una prima volta con la sua partecipazione ai “Racconti in tempo di peste”, realizzati da Teatro Pubblico Ligure sulla sua pagina Facebook durante i cento giorni di chiusura dei teatri, dal 9 marzo al 16 giugno 2020, e ancora a disposizione con oltre 468 mila visualizzazioni. L’ingresso a Palazzo Tursi e libero, con posti limitati nel rispetto delle norme anti Covid-19. Consigliata la prenotazione scrivendo a info@teatropubblicoligure.it o al numero 348 8706237.
A mesi di distanza da quell’esperienza, Fera prosegue e sviluppa una riflessione partita dall’osservazione della bellezza delle città italiane resa lampante dal vuoto del lockdown. Paragona l’equilibrio urbano delle città italiane antiche con il modello della modernità, fino a dichiarare il teatro come elemento comune della cultura mediterranea. «È proprio il teatro – ha scritto – ad aver fatto sì che l’urbanitas romana, non si traducesse solo in piazze, strade ed edifici, ma anche in quel particolare modo di vivere, riconosciuto e apprezzato da tutto il mondo, che rende la vita collettiva così piacevole in tante parti d’Italia. Perché anche l’idea contemporanea di urbanità, non è solo cortesia e buone maniere, ma è soprattutto rispetto di sé, quindi degli altri». Uno sguardo che riunisce architettura, storia, letteratura, attualità, in un’analisi profonda dell’identità italiana con i vantaggi che può portare. «Nelle parole di Stefano Fera – ha aggiunto Maifredi- ritrovo il senso di un orgoglio italiano per il nostro antico saper fare, saper costruire, saper immaginare, già dal tempo dei romani e poi nel rinascimento: una vivibilità sostenibile, una urbanità ed una cortesia che mutuano il loro significato proprio dalla città e dalla corte come modello di vita. Un modello dove teatro, chiesa e municipio sono al centro della polis, ne sono il cuore, come edifici e come simboli. E come il cuore non possono fermarsi, neppure un istante, altrimenti si muore»
“Dialoghi sulla rappresentazione – La peste da Omero al Covid” prosegue mercoledì 23 settembre (ore 21) a Palazzo Tursi, con il direttore del periodico di geopolitica Limes Lucio Caracciolo con l’artista e cartografa di Limes Laura Canali, che parleranno di Usi della memoria storica e geopoetica. Le mappe di un mondo “virato”. Giovedì 24 settembre (ore 17) a Palazzo Tursi, il giornalista e critico Oliviero Ponte di Pino parlerà di Teatro in tempo di peste, per immaginare il futuro di un genere artistico che da sempre accompagna l’uomo nelle trasformazioni del suo vivere in comunità. Sabato 26 settembre (ore 16) a Palazzo Reale, con l’introduzione del giornalista Gian Luca Favetto, che da anni accosta il suo ruolo di scrittore all’attività di drammaturgo del Teatro Pubblico Ligure, va in scena il secondo appuntamento dei Racconti in tempo di peste, dedicato a un periodo storico successivo con La peste da Alessandro Manzoni ad Albert Camus. Corrado d’Elia e Chiara Salvucci partono dal grande, tragico affresco della peste di Alessandro Manzoni per arrivare fino alla peste esistenziale di Albert Camus. Giovedì 1 ottobre (ore 16) a Palazzo Reale sarà un cantastorie e verseggiatore come David Riondino a proseguire i Racconti in tempo di peste riportandoli a Genova con La peste “genovese” del 1348 nel Decameron di Giovanni Boccaccio. Infine, giovedì 15 ottobre (ore 17) a Palazzo San Giorgio sarà Ascanio Celestini a chiudere i XIII Dialoghi sulla rappresentazione con la sua Conversazione su un diario nei giorni del Covid-19, in cui l’attore romano condivide le riflessioni scaturite durante i mesi del lockdown.